Tra campo e... ricorsi. Mentre il ds Polito è a lavoro per allestire la squadra che disputerà la prossima serie B, la proprietà e, in parte, la tifoseria sono distratti dalle incognite che la questione legata alla multiproprietà non smette di mietere da qualche tempo a questa parte. 

Con il rigetto del ricorso presentato dalla famiglia De Laurentiis alla Corte Federale d'Appello, la palla passerà ora al Collegio di Garanzia dello Sport del CONI, terzo ed ultimo grado di giudizio sportivo. Al centro della contesa, come noto, l'attuale vincolo temporale - fissato per il 30 giugno 2024 - entro cui decidere quale, tra Bari e Napoli, tenere (o cedere, che dir si voglia).

Ma come finirà questa intrigata faccenda? Lo abbiamo chiesto al prof. avv. Salvatore D’Alesio, già insegnante in prestigiose Università e per venti anni Docente di “Diritto e Finanza Comunitaria” presso l’altrettanto prestigiosa Università di Camerino: "La questione si risolverà e non è detto che si debba necessariamente cedere uno dei due club entro la data prefissata da una norma dalla discutibile legittimità costituzionale, verso cui la famiglia De Laurentiis potrebbe opporsi, anche innanzi alla giurisdizione europea".

Ci spieghi meglio... "Il rapporto tra diritto interno e diritto europeo viene regolato nel modo che segue: se le norme europee sono sufficientemente precise da prevedere la fattispecie in questione, il Giudice Italiano è tenuto a non applicare la norma nazionale con essa contrastante. Se invece la “precisione” dovesse mancare, il Giudice deve sollevare la questione di legittimità costituzionale avanti la Corte Costituzionale, la quale valuterà se annullare la norma interna. La Sentenza della Corte Costituzionale n.26 del 20  Dicembre 2017, chiarisce il modo in cui il Giudice deve comportarsi innanzi ad una particolare fonte europea. Si tratta della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, detta anche “Carta di Nizza”, redatta nell’anno 2000".

Quale sarebbe dunque l'atteggiamento da tenere? "Avanti ai Giudici nazionali va eccepito il rilevante contrasto tra le norme sulla multiproprietà del calcio l’art.41 della Costituzione Italiana e l’art.16 della Carta dei Diritti Fondamentali, che eleva a “diritto fondamentale” la libertà di impresa e il diritto al lavoro, con conseguente disapplicazione della norma in caso di contrasto. Non solo, contro una Sentenza definitiva del Giudice nazionale, è esperibile il ricorso alla corte di giustizia dell'Unione Europea, per la dichiarazione di nullità dell’atto impugnato".

"Sono del parere che, anche in serie A, si possano mantenere due proprietà - ha chiosato il prof. D'Alesio, che in carriera ha anche assistito, con successo, l'ex portiere del Bari, Jean Francois Gillet, scagionato e assolto dall'accusa di aver assunto nandrolone ( anni 2000 ) - Sarebbe sufficiente che la legislazione sportiva rendesse vigente un codice deontologico, che obblighi giuridicamente le Società all’osservanza di regole di comportamento leale, rigide e provviste di sanzioni".

Sezione: Esclusive / Data: Mar 28 giugno 2022 alle 12:00
Autore: Redazione TuttoBari
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