“Quest’anno però stanno andando bene le cose”. Con queste parole ha esordito un entusiasta Vincenzo Vivarini, intervistato in esclusiva dai microfoni di TuttoBari.com. L’ex mister biancorosso ha proseguito la sua analisi: “Penso che questo è un campionato in cui c’è bisogno di continuità, di saper anche soffrire. Quest’anno il Bari è partito molto bene, ha avuto qualche battuta d’arresto però ha subito risolto i problemi. Penso che quest’anno sia guidata da un direttore sportivo importante, e che bene o male ha saputo creare l’alchimia giusta per arrivare bene fino alla fine. Però è chiaro che bisogna mantenere sempre le antenne dritte perché è un campionato veramente difficile”.
Grazie alla doppietta rifilata alla Fidelis Andria, Mirco Antenucci è salito in vetta alla classifica dei bomber biancorossi a quota sei. Fino a poco tempo fa, però, c’era sorprendentemente Simone Simeri, l’altro gemello del gol che fu lanciato proprio da Vivarini con il Lupo di Roccavivara… “Allora il discorso di Simeri-Antenucci è venuto fuori dal caso: perché comunque io avevo D’Ursi, Simeri e Ferrari, però chi è che mi ha dato più garanzie in quel periodo là è stata proprio la loro coppia. Tant’è vero che Simeri fece 11 gol più 7 assist, Antenucci fece oltre 20 gol. Penso che comunque è una coppia ben assortita anche questa, ma l’importante è gestire al meglio questi grandi giocatori”.
La crisi del numero 7 dei galletti sembra ormai superata… “Antenucci è un grandissimo giocatore, però chiaramente il gioco del calcio non è uno sport individuale. Ha bisogno di una squadra che giochi a calcio, che ripeta certe giocate e che sa quello che deve fare in campo. Poi lui è un finalizzatore: se la squadra gioca, chiaramente se gli capitano le occasioni sicuramente è uno che fa sempre gol”.
Le analogie tra il Bari di Vivarini e quello di Mignani… “Penso che sono due squadre un po’ diverse, è chiaro che poi gli interpreti sono un po’ differenti. Però la cosa simile è che bene o male c’è abbastanza continuità nella formazione: c’è un’identità, e quindi questa è una cosa importante. Io spero che il Bari possa veramente festeggiare a fine anno”.
Nel 2020 fu ad un passo dal conquistare l’agognata Serie B, sfumata sul più bello nella triste finale di Reggio Emilia. Il tecnico di Ari è tornato a parlare di quel brutto epilogo: “È chiaro che è un qualcosa che mi ha lasciato molto addolorato, perché ci tenevo tanto. Ma è stato tutto strano perché comunque con il lockdown io non ho allenato la squadra per due mesi. I play-off li abbiamo preparati in senso individuale e poco in senso di squadra, e questo purtroppo lo abbiamo pagato caro nei play-off, che comunque potevamo fare sicuramente meglio di quelli che abbiamo fatto”.
A sostituirlo fu Gaetano Auteri, che preferì rivoluzionare anziché dar continuità al progetto tecnico, ma Vivarini non fa alcuna polemica: “Purtroppo io rispetto sempre le scelte della società nel bene o nel male. Poi lì cambiarono direttore sportivo (Romairone per Scala, ndr) e quindi di conseguenza si è voluto prendere le sue responsabilità. Da allenatore bisogna aver la capacità di accettare, anche se effettivamente mi è dispiaciuto tanto andar via da Bari”.
Dopo il mancato subentro all’Avellino, stanno circolando le voci di un possibile ritorno di Vivarini a Pescara, dove sostituirebbe proprio Auteri, sempre più a rischio esonero… “No, ma il Pescara non cambia: mantiene ancora Auteri quindi sto ancora tranquillo (ride, ndr). La cosa brutta è stare a casa per un allenatore. Io poi sono uno che studia tanto, mi piace sempre però mettere in pratica le mie idee. Quindi in questo momento qua diciamo che mordo il freno”.
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