Quella maledetta tripletta. Esordio in Serie A, 22 maggio 2011, Bologna-Bari, Francesco Grandolfo segna tre gol: “Sicuramente il massimo per le aspettative di un ragazzo di diciotto anni che esordisce in A. Quelle reti hanno però portato una situazione pesante: si sono create molte aspettative - forse troppe - che un giovane ha difficoltà a mantenere, trovandosi in una fase in cui sta crescendo sia come calciatore che come uomo”. Quattro anni dopo, infatti, il ragazzo di Castellana Grotte si ritrova a giocare tra i dilettanti, con la maglia della Correggese: non proprio la trama di una favola.

Grandolfo si è raccontato in una lunga intervista a sportlive.it. Da bambino tifava Juventus: "Il mio idolo era Del Piero”. Si ritiene un giocatore completo: “Sono bravo tecnicamente e so giocare in coppia con un altro attaccante”. Tornando alla fatidica tripletta, ci fu anche un’indagine su quella partita per una presunta combine: “A diciotto anni non avrei mai potuto pensare a una cosa del genere. A quell’età, poi, mi cambiavo in un altro spogliatoio, quello dei ragazzi che arrivavano della Primavera: essendo da poco lì non avevo neanche chissà quale rapporto con la Prima Squadra. Stavo vivendo un sogno, non potevo mai immaginare qualcosa di negativo”. L’attaccante dice di essere rimasto in contatto con Bellomo e Galano, con cui ha fatto anche le giovanili in biancorosso.

Nel prosieguo dell’intervista, Grandolfo parla della sua, sino ad ora fallimentare, carriera. Al Chievo: “Credevo puntassero di più su di me ma di fronte avevo cinque giocatori forti: il capitano Pellissier, Paloschi, Moscardelli, Thereau e Uribe. Non era facile trovare spazio: avevo diciannove anni e in più, a inizio stagione, mi sono fratturato il mignolo del piede in allenamento e sono stato fermo per due mesi”. Alla Tritium: “Non mi sono trovato bene: avevano una situazione societaria che non era delle migliori, tanto che, a fine stagione, fallirono”. Nel 2013/14, con il Savona: “A Savona non sono riuscito a giocare molto perché mi portavo dietro già dal periodo con la Tritium dei problemi di pubalgia, che ho risolto solo la scorsa estate”. La scorsa estate il passaggio e il primo riscatto in Serie D, alla Correggese: “È stata solo la mia voglia di cambiare aria e di rimettermi in gioco. La Correggese doveva esser ripescata in Lega Pro e io sono andato lì in prova, in ritiro: mi sono trovato bene con il mister e sono stato preso. Quest’anno non ho praticamente avuto problemi fisici e ho segnato 22 goal (più uno in Coppa Italia, ndr) di cui solamente uno su calcio di rigore”.

Infine, il futuro. Bari rimane nel suo cuore: “È la squadra della mia città e chiaramente ci sono affezionato: se un giorno ci fosse la possibilità di tornare, non mi dispiacerebbe”. Non disdegnerebbe un’esperienza all’estero, anche se “il sogno è tornare in A”. Da settembre potrebbero riaprirsi le porte dei professionisti: “Ho qualche proposta che sto valutando con il mio procuratore: ci sono diverse realtà della Lega Pro interessate a me”.

Sezione: Gli ex / Data: Ven 19 giugno 2015 alle 15:00
Autore: Gianluca Lippolis
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