In questi giorni spopolano sui social i video dello spettacolo dei 5mila tifosi baresi presenti nel settore ospiti di San Siro per Milan-Bari. Oltre al dato impressionante, sia per la distanza della trasferta che per la data dell'evento - a metà agosto - c'è da considerare anche che questo è andato in scena nonostante la continua e forte contestazione del tifo organizzato nei confronti della proprietà. Il tifo biancorosso è stato costante, appassionato e incondizionato: solo cori per la maglia, nessuno striscione offensivo, nessuna deriva verso l’odio. È stato chiaro: si ama la squadra, non si rinnega.

E sul versante Milan, l’atmosfera era totalmente opposta. San Siro ha fatto registrare oltre 65mila tifosi presenti, ma nessuno del tifo organizzato: in curva gli spettatori erano tutti seduti. Né bandiere, né cori. La Curva Sud, infatti, ha scelto di disertare come forma di protesta contro la proprietà, chiudendo ogni possibilità di tifo organizzato dalla sua parte. Una protesta che continua attraverso il vuoto e non il canto. 

Una fotografia nitida: due modi antitetici di esprimersi. A Bari, la contestazione è passione. A Milano, la protesta è silenzio. Due tifoserie legate da un sentimento comune – l’amore verso il proprio club e l'antipatia verso la proprietà – che si declina secondo modalità opposte. Perché se è vero che a Bari continua la diserzione dei mancati abbonamenti, difficilmente al San Nicola si vedrà la Curva Nord completamente silenziosa. 

Alla fine, emerge una lezione da custodire: il mondo ultras dovrebbe liberarsi della violenza e delle dinamiche malavitose, preservando lo spirito più puro. Quello di star dietro alla propria squadra, sempre e ovunque, con voce appassionata, identitaria, mai violenta.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 19 agosto 2025 alle 17:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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