Fabio Caserta presenta la sfida di Palermo con la calma di chi non vuole farsi travolgere dal primo passo falso. Il Bari viene da un blackout a Modena e il tecnico non cerca alibi: la colpa è stata mentale, non fisica. Lo dice senza fronzoli: «Va messo da parte quello che non abbiamo fatto bene alla scorsa, e cioè stare in partita fino alla fine». 

Sul fronte uomini, ha aperto spiragli interessanti: Gytkjaer è recuperato e “fondamentale”, ma resta il dubbio se partirà titolare o meno. Sibilli, al centro delle chiacchiere extra campo, viene blindato con parole chiare: “Non mi va di parlare di cose extra calcio… È tranquillo sin dal primo giorno”. Un segnale di protezione, ma anche la volontà di non trasformare il caso in zavorra.

Tema caldo, quello del modulo. A chi si aspettava una virata tattica dopo Modena, Caserta risponde secco: «Per quaranta minuti fatti male, non vedo motivo di cambiare». Il 4-3-3 resta la base, ma con l’apertura a più soluzioni. Sibilli, Partipilo e Rao garantiscono infatti duttilità sugli esterni, e il mister ribadisce di non essere dogmatico: si va avanti col piano A, pronti a cambiare solo se la squadra lo richiede. Tradotto: il Bari ha un piano A, ma è pronto ad adattarsi se serve.

Non mancano le ammissioni sui problemi strutturali. I biancorossi hanno sempre subito per primi, e la fascia sinistra continua a scricchiolare.  Interessante, di conseguenza, il focus sui problemi cronici. Caserta non scarica su Dorval, anzi: “Va fatto un lavoro di squadra. Non è solo una questione che riguarda Dorval”. Una presa di responsabilità collettiva che fa capire come non ci sia caccia al colpevole, ma ricerca di equilibrio.

Infine, una nota su Partipilo: il mister lo aspetta e lo stimola, riconosce che sia ancora indietro, ma lo sprona con fiducia. L’impressione è che lo consideri una pedina potenzialmente decisiva, ma da inserire con pazienza: "È penalizzato rispetto agli altri poiché non ha fatto un giorno di ritiro, arrivando quando la squadra aveva un certo ritmo partita ed ha faticato ad integrarsi. A volte cerca di fare qualcosa oltre alle semplici giocate, ma dal punto di vista atletico sta crescendo, gli va dato tempo".

La sintesi è chiara: Caserta non cambia rotta. La fiducia nel gruppo resta alta, e l’identità tattica non viene messa in discussione. A Palermo serviranno compattezza e cattiveria, perché - parole del mister - contro squadre forti “queste partite si preparano da sole”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 18 settembre 2025 alle 07:00
Autore: Martina Michea
vedi letture
Print