Antonio Conte e Fabio Caserta sono due figure quasi agli antipodi, che però hanno come comune denominatore la presidenza De Laurentiis alla guida sia del Napoli che Bari. Lo sfogo a caldo del tecnico salentino campione d'Italia in carica dopo la rovinosa sconfitta subita in Champions League, risulta pienamente in linea con la dialettica tipica di un uomo ossessionato dalla vittoria. In un momento di forte crisi, le sue parole tuonano fragorosamente e pesano come un macigno nei confronti dei giocatori, soprattutto verso i nuovi arrivati, accusati di eccessivo egoismo ed individualismo. Il suo linguaggio comunicativo diretto e schietto, che a tratti rischia di sfociare nel vittimismo, connota la sua brama di ambizione che trasmette a tutto il suo staff. Antonio Conte è un fiume in piena sia dentro che fuori dal campo, mai soddisfatto fino in fondo e sempre in cerca di soluzioni per curare ogni minimo dettaglio con dovizia di particolari: il suo stacanovismo e la sua leadership sono due tratti caratteristici di una gestione manageriale solida e vincente, ma anche divisiva e controversa. 

In casa Bari invece il modo di elaborare I tanti passi falsi da parte di mister Caserta è diametralmente opposto. Anche nei momenti più delicati, in cui la sua panchina sembrava scricchiolare, l'allenatore biancorosso non ha mai abbandonato la sua pacatezza dinnanzi alle incalzanti domande della stampa. Il silenzio al termine dello stop a Reggio Emilia è sintomatico di una situazione complicata in cui la sua posizione è instabile: eppure l'ex guida tecnica del Catanzaro continua a mostrare il suo pragmatismo senza fronzoli anche quando si appresta a svolgere il compito più arduo, ovvero esporsi alle telecamere. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 23 ottobre 2025 alle 19:00
Autore: Cesare De Pasquale
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