Vincenzo Vivarini è il nuovo tecnico del Bari. La scelta, arrivata dopo l'esonero di Caserta, è stata netta e ben meditata. Il mister di Ari torna in Puglia dopo aver già assunto il ruolo di tecnico della prima squadra nella stagione 19/20, in Serie C.

Vivarini-Bari, atto secondo. Quali i programmi?

Indicative, in tal senso, le prime dichiarazioni di Vivarini che ha tenuto già a precisare che c'è qualcosa di rimasto in sospeso. Riferimento, inevitabile, al match con la Reggiana che spense i sogni suoi e del Bari. Fosse finita diversamente, oggi staremmo parlando probabilmente di un Vivarini dal percorso pluriennale, anche perché il tecnico non è dispiaciuto ad addetti ai lavori e tifosi, e anche con la proprietà il rapporto era intenso: la corsa, invece, si arrestò dopo pochi mesi. Il Bari scelse una sequela di allenatori, prima di trovare con Mignani un po' di tranquillità. Sempre Vivarini ha rimarcato la necessità di vincere: a Bari qualcosa di non troppo scontato ormai, ma che un certo orgoglio verso una piazza dall'audience così grande dovrebbe sempre prevedere.

Chi il "Laribi" dell'attuale Bari?

All'epoca del primo approdo in biancorosso, Vivarini scelse una strada precisa relativa al trequartista. A gennaio il colpo fu Laribi, merce rara specie in un campionato come quello di C che non era granché abituato a certi giocolieri. Oggi in rosa c'è un calciatore su tutti che può impersonare quel volto felice sulla trequarti. Si tratta, ovviamente, di Gaetano Castrovilli, calciatore da rimettere al centro del Villaggio, senza se e senza ma.

Modulo, come giocherà Vivarini?

Sempre restando in tema di parallelismi con la prima stagione a Bari, il neo mister biancorosso potrebbe anche reinventare la difesa a quattro. Del resto, i centrali convincono poco, e qualche centrocampista in più potrebbe, invece, donare maggiore qualità alla manovra. Ma non esistono dogmi prestabili, e proprio la difesa a tre è stata recentemente trattata, e con costanza, nelle esperienze di Vivarini tecnico, fuori dalla Puglia. Ecco perché la gara con l'Empoli potrebbe anche vivere di non eccessivi scossoni rispetto all'identità (per la verità ballerina) registrata nelle ultime settimane. Poi, semmai, Vivarini proverà a imporre il proprio marchio, con accorgimenti eventualmente anche sensibili.

Quello di Vivarini è un progetto a lungo termine?

Il calcio, si sa, corre veloce, e guarda all'immediato. Ma Vivarini, ormai, ha la caratura giusta per affrontare con solida esperienza ogni difficoltà. Bari, peraltro, la conosce già, e con un anno - pur non così ravvicinato - di apprendistato alle spalle, sarà certamente motivato a definire a suo modo questa esperienza bis. Manca tremendamente un comandante ad una squadra che, negli anni, ha visto avvicendarsi allenatori. Non si tratterà mai di un Ferguson della panchina, ma un mini-ciclo servirebbe eccome per ottenere stabilità e quindi risultati.

Cosa ha Vivarini di diverso da Caserta?

I due tecnici si incastrano entrambi in un orientamento prevalentemente giochista. La parabola di Caserta, però, non è mai decollata. Vivarini avrà il compito arduo, ma allo stesso modo stimolante, di sistemare qualcosa. Gli successe, di fatto, anche quando subentrò a Cornacchini a stagione iniziata. E solo la nota, e nefasta, serata di Reggio Emilia gli rovinò un disegno pressoché perfetto.

Gytkjaer o Moncini?

Il danese fin qui non ha rubato l'occhio, l'ex Brescia invece sì. Dipenderà naturalmente dal modulo la convivenza o meno dei due arieti. Moncini parte certamente avanti, Gytkjaer invece deve rincorrere. Ma il cambio di allenatore serve anche a questo: rivitalizzare calciatori in ombra. Gytkjaer resta una risorsa, non foss'altro per l'esperienza, di un Bari a caccia di progressi.

Cosa farà Vivarini con Partipilo?

Deludente fin qui, l'attaccante barese non ha vissuto l'inizio di stagione che tutti si aspettavano. Vivarini lo conosce bene per averlo avuto alle sue dipendenze a Frosinone. Non fu certo vera gloria nemmeno lì, ma oggi i due possono riabbracciarsi in modo franco. E chissà che per Partipilo non scatti una nuova scintilla. L'opera di Vivarini potrebbe prevedere un calciatore più verticale, in grado di attaccare con costanza e decisionismo la porta, magari in tandem con quel Moncini, attaccante generoso e in grado di spalleggiare bene i compagni di reparto, oltre che cercare naturalmente la via del gol in forma diretta.

Quali le possibili sorprese del corso Vivarini?

Qualche calciatore è rimasto fin qui nascosto. Dai giovani difensori Mavraj e Kassama, da cui Vivarini potrebbe attingere in termini di spensieratezza, a situazioni mai decollate a centrocampo, come quelle di Maggiore, Braunoder e Darboe (attualmente infortunato, ma già alle dipendenze di Vivarini in passato). Un enigma resta Pagano (che era una scelta di Caserta, ma su cui Vivarini ovviamente valuterà in modo estremamente curioso). Non è riuscito a Caserta il pieno inserimento del talento di Rao nelle scelte. Vivarini troverà una chiave anche in questo senso?

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 27 novembre 2025 alle 18:00
Autore: Davide Giangaspero
vedi letture
Print