La parentesi Caserta si è chiusa, ma il suo passaggio a Bari lascia un’eredità precisa: una squadra senza certezze, segnata da continue inversioni di rotta. Se c’era un filo rosso che ha attraversato la sua gestione, è proprio la sensazione costante di un progetto che non ha mai trovato una forma stabile, né tecnica né mentale.

Il punto più visibile riguarda i continui cambi di modulo. Caserta è passato dal 4-3-3, che nelle intenzioni doveva essere il marchio di fabbrica del nuovo Bari, al 4-2-3-1, al 3-5-2, ma anche al 3-4-2-1, al 4-1-4-1, al 3-4-1-2 e al 3-5-1-1, nel tentativo di dare solidità a un gruppo che però non riusciva mai a costruire automatismi. Sette assetti diversi nel giro di poche settimane, sistematicamente accantonati prima che la squadra potesse assimilarli davvero. Il risultato è stato un Bari che sembrava ogni volta ripartire da zero, privo di riferimenti stabili. Quella che doveva essere flessibilità è diventata il simbolo della confusione.

A questo si è aggiunta una gestione degli uomini che ha risentito della stessa ricerca continua di equilibrio. Non ci sono stati veri ‘strappi’ o giocatori messi fuori e poi recuperati, ma scelte spesso variate da una partita all’altra: rotazioni frequenti, ruoli adattati, tentativi di trovare la combinazione giusta senza però riuscire a dare continuità a un undici stabile. Più che una gestione contraddittoria, è sembrata una gestione sperimentale, figlia della necessità di correggere la rotta settimana dopo settimana.

E così il Bari ha finito per perdere identità. La manovra ha vissuto di fiammate isolate, la squadra ha alternato momenti di buon calcio a blackout improvvisi, e il percorso si è ingolfato fino all’inevitabile decisione della società.

Ora, con la parentesi Caserta che si chiude, resta la domanda più importante: che cosa resta di questo periodo? Resta l’idea di un progetto tecnico che non è mai riuscito a prendere forma, di una squadra che ha cambiato pelle più volte senza mai riconoscersi davvero, e di un cammino che aveva bisogno di una sterzata netta per non complicarsi ulteriormente.

Il Bari riparte da qui, dalle macerie di un’identità mancata e dalla necessità, non più rinviabile, di trovare finalmente una direzione chiara.

Sezione: Copertina / Data: Mer 26 novembre 2025 alle 16:00
Autore: Lorenzo D'Agostino
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