Intervistato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, Mirco Antenucci ha parlato della stagione dei biancorossi appena conclusa: "In molti hanno parlato delle scorie della finale persa lo scorso 11 giugno, ma questo può valere solo per chi è rimasto. La realtà, però, è che la squadra è anche cambiata molto. Difficile giudicare da fuori: probabilmente, come spesso accade, non è scoccata la scintilla giusta e i vari tentativi per raddrizzare la stagione, con ben tre cambi di allenatore, probabilmente hanno reso ancora più complessa la stagione. Aver mantenuto la categoria è un risultato fondamentale. La Lega Pro è un torneo “impossibile”, in cui l’aspetto tecnico è superato puntualmente da quello agonistico, a calcio in pratica non si gioca mai".

Sul presidente Luigi De Laurentiis: "Da quanto ho potuto conoscere, per lui il Bari è una sfida, anche sul piano personale. Ci ha sempre spronato a guardare al progetto con ambizione, a sognare in grande. Non conosco le dinamiche imprenditoriali, ma una cosa è certa: il Bari in serie A sarebbe un po’ la sublimazione del percorso partito dal post fallimento, la meta finale deve restare quella".

L'attaccante ha parlato anche del suo amico Valerio Di Cesare: "Negli ultimi due anni ha disputato le migliori stagioni della sua carriera. Se valutiamo l’epilogo di quest’anno verrebbe da pensare all’epilogo perfetto: ha segnato un gol incredibile nel giorno del suo compleanno, il Bari si è salvato, lui è giustamente considerato un po’ il simbolo della resistenza in B. Però se, come continua a ripetere, gli arde ancora il fuoco dell’agonismo, allora è giusto che prosegua".​​​​​​

Sezione: News / Data: Lun 27 maggio 2024 alle 15:00
Autore: Raffaele Digirolamo
vedi letture
Print