Iniziamo una serie di interviste, leggere, a giocatori e personaggi che hanno fatto la storia del Bari e che hanno comunque la squadra dei galletti nel cuore. Opinioni, considerazioni, immagini in bianco e nero di un Bari che non c'è più, idee sul Bari di oggi e di ieri, il tutto rigorosamente sotto l'ombrellone della malinconia sorseggiando un the freddo.
Livio Manzin, centrocapista del Bari tutto fosforo e dalle buone geometrie - nonchè infallibile rigorista - ha collezionato 45 presenze con la maglia biancorossa tra il 1978 e il 1980 segnando 7 gol. Non male per un giocatore che non era attaccante in un momento storico-calcistico in cui il calcio era ancora pulito e non ancora contaminato da stranieri e da scandali. Un uomo schivo, riservato, nascosto dietro i suoi celebri baffi anni 70 che di Bari serba un ricordo su tutti: la nascita di sua figlia Federica.
Lo abbiamo intercettato per porgli qualche simpatica domanda.
Che ricordi hai, in particolare, di Bari città?
"Il più bel ricordo è davanti a me tutti i giorni: mia figlia Federica nata a Bari. Della città ricordo con simpatia l'entusiasmo e il calore dei tifosi, il lungomare di Santo Spirito dove abitavo, il ristorante "la Barcaccia" del mitico "Tonino re delle cozze" (gran tifoso e grande amico) e una persona in particolare, Franco Trentadue che è stato importante per l'inserimento mio e della mia famiglia nella vita barese."
La tua partita più importante col Bari e quale il giocatore più famoso con cui hai avuto il piacere di giocare, sia da compagno di squadra che da avversario?
"Le più importanti sono state Monza-Bari (1-1) partita del mio esordio in serie B, e naturalmente Bari-Lecce (2-2) dei famosi rigori. Da compagni di squadra ho avuto la fortuna di vedere "nascere" calcisticamente Roberto Baggio (Vicenza), Pasquale Bruno (Lecce) Bigon, Mutti, Cerilli mentre da avversario ricordo Rivera, Antognoni e tanti altri."
Cosa provasti al gol di Gaudino in rovesciata a Monza?
"Nella partita di Monza ho pensato che come esordio non era male (peccato il gol degli avversari in netto fuorigioco) ed ho subito capito la differenza, notevole, tra la serie C dalla quale arrivavo e il campionato cadetto; penso che il gol di Luciano, ai giorni nostri, farebbe venire giù qualsiasi stadio."
Che differenze sostanziali noti tra il calcio del tuo tempo e questo? Con che spirito guardi le partite in TV o allo stadio?
"E' diventato tutto più stressante e nevrotico. Purtroppo sono subentrati interessi enormi e personaggi ambigui che, con il calcio, hanno poco a che fare; poi vi sono situazioni che noi fortunatamente non avvertivamo; atleticamente è tutto più veloce e agonistico, sono cambiate le metodologie di lavoro. Non ho nostalgia perchè il distacco è stato graduale dal momento che ho allenato nei dilettanti per qualche anno ed ho smesso per motivi di lavoro. Allo stadio vado raramente per pigrizia, preferisco la comoda poltrona."
Manzin sa battere ancora i rigori ad occhi chiusi? Non ne sbagliavi uno. Sbagliare uno/due rigori c'è sempre stato, ma sbagliarne 5/6 a torneo non è tanto normale. Secondo te come mai succede che, ad esempio, un Barreto ne possa sbagliare così tanti? Poca lucidità? timidezza? fragilità? O cosa?
"Battere i rigori è sempre stata una mia caratteristica fin dal settore giovanile del Torino; penso che la mia "forza" sia stata quella di essere stato caratterialmente un "freddo" poco incline alle emozioni in qualsiasi momento della gara. Riuscivo ad estraniarmi da tutto e concentrarmi solo sul rigore. Per quanto riguarda gli errori dal dischetto penso che siano dovuti al fatto che, chi li batteva, sentiva forse troppo la responsabilità e, errore dopo errore, ha perso fiducia in se stesso."
Che rapporto avevi con la famiglia Matarrese alla tua epoca?
"Ottimo sia con Tonino che con Vincenzo, anzi in un'occasione personale mi sono stati molto vicini (la nascita di mia figlia)."
Non ci sei dentro, oggi, ma dall'esterno che idea ti sei fatto del Bari attuale? Lo segui ancora con attenzione?
"Lo seguo sempre con grande affetto e simpatia; mi è molto dispiaciuto per quest'anno dopo l'ottimo avvio non pensavo che venisse invischiato nella lotta per non retrocedere."
Quali, secondo te, le cause della debacle del Bari di quest'anno? Solo gli infortuni?
"Non credo solo per gli infortuni; penso che ci sia stata una certa presunzione iniziale che si è trasformata in paura e difficoltà di esprimersi quando le cose hanno cominciato a girare male."
Chi ti ha deluso di più quest'anno nel Bari?
"In generale il gruppo, probabilmente i più carismatici non sono riusciti a trascinare gli altri, la cessione di Ranocchia e Bonucci ha creato un grosso problema difensivo non compensato a dovere con le conferme di Almiron e Barreto."
Abbiamo una macchina del tempo qui a Bari: se mi fai due nomi di giocatori del "tuo" Bari che avresti catapultato nel Bari attuale, ti prometto che ti ringiovanisco di 15 anni.
"Ti direi Manzin: non mi vedrei male, quanto meno i rigori li segnerei (al telefono scherza abbozzando un sincero sorriso, ndr). Vedrei bene Frappampina dei tempi d'oro, padrone della fascia sinistra, e Belluzzi per l'impegno e la rabbia agonistica che metteva in ogni gara, un esempio per tutti i compagni".
Vuoi approfittare per salutare i tifosi del Bari? Ma prima un ricordo che ti riconduce a loro in particolare.
"Un saluto ed un abbraccio caloroso a tutti quelli che mi hanno fatto passare delle domeniche indimenticabili, dimostrandomi sempre un grande affetto sportivo anche quando aspettavano me e Papadopulo fuori dallo stadio quando le cose si mettevano male (sorride anche qui, ndr)."
Cosa fai adesso? I baffi ce li hai ancora?
"Vivo a Torino e lavoro come autista personale per un importante avvocato di qui e per la sua famiglia. I baffi ci sono sempre ma si sono parecchio ingrigiti; per quanto riguarda i capelli non mi vanno certamente negli occhi."
Gianduiotto e bagna cauda, o ricci di mare e cavatelli con la ricotta forte?
"Non mi piace la bagna cauda, in compenso ricordo le scorpacciate mie e di mia moglie di panzerotti, ricci di mare e soprattutto riso patate e cozze. Ti ringrazio per lo spazio dedicatomi e sempre forza Bari!".
Autore: Gaetano Nacci
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