Ad un anno di distanza dalla clamorosa festa promozione che ha portato in piazza tantissimi biancorossi a festeggiare il ritorno del Bari nel calcio che conta, la città si sveglia improvvisamente dal sogno con una notizia che era nell’aria ma che nessuno avrebbe voluto sentire.
Giorgio Perinetti lascia Bari e firma un contratto di 3 anni con il Siena. Cala il buio sulla squadra nonostante il grande campionato che quest’anno, inaspettatamente, ha regalato ai suoi tifosi. Adesso si percepisce lo sgomento per le strade e i sorrisi hanno lasciato spazio alla tristezza. Il presidente Matarrese ancora una volta è riuscito nell’intendo di sbriciolare tutto quello che di buono era stato fatto per ripartire dal nulla come se mai il Bari avesse battuto la Juventus, come se mai il Bari avesse dominato e divertito contro la Sampdoria, contro il Genoa, come se mai Barreto fosse riuscito a fare quello splendido gol al Napoli, come se Bonucci e Ranocchia non li avessimo mai conosciuti, come se Almiron e Donati non fossero stati i dominatori del centrocampo, come se Alvarez non avesse sterminato tutto quello che sulla fascia gli capitava. Perinetti ha svolto egregiamente il suo lavoro ed ha creato qualcosa dal nulla e con pochissime possibilità finanziarie e nonostante questo, Matarrese è riuscito a perdere l’unica persona che non doveva assolutamente far scappare. Perinetti andava assecondato per la sua competenza, andava ascoltato per la sua esperienza ed andava trattenuto ad ogni costo per la sua importanza all’interno di un progetto che sarebbe dovuto partire da una base solida per poter ambire a traguardi che vanno oltre la solita salvezza. Ormai la gente è stanca e non ci crede più.
Come può un presidente di una squadra di Serie A non essere ambizioso, parlare con tristezza di un’eventuale piazzamento UEFA, lamentare l’elevato costo per la gestione di una squadra nella massima serie. Credo che sia giunto il momento di fare davvero chiarezza e dire alla gente quello che è giusto che si dica. Bisogna dire che Matarrese non ha interesse a vendere il Bari, che non ha voglia di investire, che non crede nel progetto perché non ha le capacità di poterlo attuare.
Adesso la gente si chiede che ne sarà della squadra di Ventura. Per trattenere Almiron necessitano circa 2.5milioni e 4.5 circa per convincere l’Udinese a far restare Barreto. Bonucci andrà sicuramente via mentre Ranocchia con ogni probabilità potrebbe restare almeno fino a Gennaio. Non sarà semplice convincere S.Masiello a restare e presto qualche gioiello verrà richiesto da squadre con ambizioni più grandi e come purtroppo sempre accade la società biancorossa sarà terra di conquista a fronte di denaro per le tasche di chi la rappresenta. Il Bari sembrerebbe vigile sul mercato ma le voci restano tali fino a quando le firme non lasciano spazio alle chiacchiere e per ora di cartaceo non ci sta proprio nulla vanificando ancora una volta il preziosissimo vantaggio che il Bari aveva il lusso di potersi permettere rispetto alle diretti concorrenti vista la salvezza raggiunta con largo anticipo. Quanti giocatori, titolari quest’anno, sarebbero convinti e contenti di restare in una società che adesso non ha più un punto di riferimento e con ogni probabilità dovrà ripartire dalle macerie? Lo scenario non è dei migliori e il malcontento serpeggia insistente. Perinetti, con suo sommo dispiacere ha lasciato la Puglia, terra che lo ha sorpreso prepotentemente per la gente, i suoi vini , la sua arte e il sole, per andare alla corte di Mezzaroma in Serie B, in una squadra che evidentemente nonostante la categoria inferiore, gli ha dato molto più spazio e credibilità, gli ha lasciato carta bianca per i suoi ambiziosi progetti non dispendiosi ma saggi. Ed allora vai Perinetti ed esprimi tutto il tuo potenziale perché te lo meriti, visto che qui a Bari non ti è stato dato il rispetto che avresti dovuto avere. A Bari purtroppo saremo ancora una volta costretti a vivere alla giornata con la speranza che quel giocatore in prestito faccia un buon campionato per poi vederlo sparire l’anno dopo.
Per concludere dico ancora una volta che la vera salvezza del Bari non è quella che riesce a raggiungere sul campo bensì un’eventuale ma remoto cambiamento nei quadri dirigenziali, a partire dal Presidente.
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