L'impresa sfiorata dai ragazzi dell'Under 15 del Bari non potrà essere cancellata dalla sconfitta di misura nella finalissima contro il Cesena. Per ripercorrere quanto accaduto in questa lunga annata, abbiamo sentito in esclusiva ai nostri microfoni, il tecnico della squadra Michele Anaclerio: "Sono tanto soddisfatto, fin dall'inizio i ragazzi hanno fatto vedere le loro qualità. Li abbiamo assemblati, anche con qualche difficoltà, ma sono riusciti ad ottenere un risultato straordinario. La maggior parte è di Bari o di zone limitrofe, quindi il senso di appartenenza è abbastanza elevato. I ragazzi ci credevano mentre in giro non si diceva di noi un gran bene. Hanno mostrato gli attributi ed il loro attaccamento, al di là delle lacrime hanno corso e faticato fino alla fine. Per chi tifa Bari vedere questo è un piacere".
Sull'evoluzione della squadra in corso d'opera e le qualità di alcuni singoli: "Serviva tempo, dovevamo trovare la quadratura perché abbiamo inserito 17 ragazzi nuovi, di cui una buona parte veniva da società dilettantistiche. Qualcuno ha fatto qualche passo in avanti in più anche perché ha cambiato ruolo, ma non mi va di fare qualche nome, sono stati tutti splendidi. Oltre il discorso tecnico che è visibile, sottolineerei la testa, la serietà e la cultura del lavoro, dell’essere giocatori in campo e fuori. Ragazzi come Sassarini, Palumbo, Campanelli, D'Elia sono già mentalizzati. Magari c'è chi ha più estro in più, è un po’ più difficile da gestire ma sono tutti bravi ragazzi"
La crescita del settore giovanile biancorosso in questi anni e come è nata l'opportunità di approdare a Bari nel 2019: "Devo ringraziare chi mi ha dato fiducia fin dal primo anno, anche perché non ero un nome di grido. La società mi ha scelto perché mi ha visto lavorare sul campo. Questo per me e per tutti i ragazzi che vogliono coltivare questa passione, che può diventare un lavoro, è importantissimo. Questo Bari ha dato la possibilità di sognare anche a chi non ha un passato da raccontare. Una cosa rara, soprattutto al Sud dove si fa fatica. Prima lavoravo con le prime squadre ma venire a Bari per stare con i ragazzi è stato un momento di crescita, ma il passaggio non è stato facile. Il primo anno ho avuto il direttore Antonicelli e Brunelli che mi hanno dato una mano. Abbiamo impostato il settore giovanile e ora stiamo vedendo i frutti"
Sul suo futuro da allenatore: "Quando mi alzo la mattina penso che il giorno dopo mi esonerino. Devo fare il possibile per evitarlo, poi quello che viene viene. Sono a disposizione della società e mi piace lavorare con i giovani. A Bari sto benissimo, c’è un bell’ambiente, si scherza e non c’è gelosia. Ora penso solo a questo, sul futuro non ho idee particolari".
Cosa aspettare il prossimo anno, dove si affronteranno settori giovanili di Serie A e B: "Le difficoltà nell’affrontare le squadre del Nord sono dal punto di vista strutturale. In questo aspetto sono più avanti, noi dobbiamo mettere il coltello tra i denti e lottare. Dobbiamo lavorare sui nostri punti di forza, non faremo le comparse".
Si ringrazia la disponibilità dell'ufficio stampa del SSC Bari per l'organizzazione dell'intervista.
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