Il mercato del Bari si è improvvisamente acceso negli ultimi giorni tra trattative concluse, ma non ancora ufficializzate, e quelle vicine alla dirittura. Tra queste spicca la sorpresa che riguarda Caprile, portiere di proprietà del Leeds ed in prestito alla Pro Patria nell’ultima stagione. L’intesa per il trasferimento a titolo definitivo del classe 2001 è davvero ad un passo, un ragazzo cresciuto nel settore giovanile del Chievo ma trasferitosi in Inghilterra poco dopo aver compiuto la maggior età. Un’esperienza forgiante sotto il profilo della crescita professionale e che quasi sicuramente allungherà la lista dei calciatori biancorossi arrivati direttamente dai paesi dell’oltremanica.

I primi due risalgono al periodo della riapertura della frontiera internazionale del calciomercato: Cowans e Rideout, tesserati dall’Aston Villa per l'ingente cifra di 1,5 miliardi nel lontano 1985. Entrambi rimasero per 3 anni in Puglia senza però trovare particolare fortuna a livello di risultati di squadra (una retrocessione in B e due mancate risalite). Nel 1992, sempre dai Villans. arrivò Platt, calciatore dall’enorme spessore internazionale tra club e nazionale inglese. Per l’attaccante furono spesi ben 12 miliardi, spesa record per il Bari e superata solo dal riscatto di Bonucci nel 2010. Platt non riuscì però ad evitare il crollo dalla A alla cadetteria dei galletti ma si distinse come capocannoniere a quota 15 tra campionato e Coppa Italia, tanto da attrarre gli occhi della Juventus, che lo prelevò a stagione terminata.

Andò meglio al suo successore del 1995, quando dallo Sheffield Wednesday fu prelevato uno dei calciatori più apprezzati dalla piazza biancorossa: il compianto gigante svedese Ingesson. Il centrocampista fu protagonista di 3 anni intensi sul fronte emotivo e sportivo, caratterizzati dalla promozione in A del 1997 e il successivo anno da ammazza big (3 vittorie su 4 contro Milan ed Inter). Dopo di lui ci sono voluti ben 14 anni per rivedere un’operazione tra Bari ed una formazione bretone con il tesseramento dal Celtic di Donati, che brillò soprattutto nella memorabile annata sotto la gestione Ventura (2009-2010).

Nel 2014 fu il turno di una coppia, proveniente dalle giovanili del Tottenham, due ragazzi dalle belle speranze che però delusero ampiamente le aspettative: Gomelt e Coulibaly, entrambi ceduti prima in prestito e poi a titolo definitivo, tanto che solo il fantasista croato può contare su appena (ed incolori) 8 presenze in prima squadra. Una parentesi negativa subito cancellata dallo scozzese Henderson, acquistato dal Celtic per una cifra nettamente inferiore (poco più di 100 mila euro) rispetto al suo valore. Un’autentica sorpresa della sessione invernale e diventato rapidamente un punto di riferimento per mister Grosso. L’avventura finì dopo appena 6 mesi a causa del disastroso fallimento della società e il momentaneo addio al professionismo. Chiosa finale per Kozak, attaccante ceco (15 presenze e 2 reti in biancorosso) e compagno di squadra di Henderson, che però non fu prelevato direttamente da un club inglese ma solo dopo lo svincolo dall’Aston Villa.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 23 giugno 2022 alle 22:00
Autore: Gianmaria De Candia
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