Risuonano, come un eco perpetuo, le parole di capitan Di Cesare nel post partita di Parma. Le dichiarazioni dell’esperto difensore hanno lasciato il segno, in una piazza ancora disorientata e in fermento per aver perso i propri punti cardine. Tra ricordi amari e timide speranze, la colonna del Bari ha analizzato il match, liberando una fiumana di pensieri. Tra cui quell’obiettivo fisso, lasciato solo intendere, ma che è noto far rima con ‘A’.
Ma ciò che è passato meno inosservato è l’accusa mossa all’ambiente, rea di non aspettar altro che un pretesto per criticare la squadra. Certi che Di Cesare si riferisse a episodi isolati, accogliamo l’assist del capitano per un’analisi fredda, in equilibrio tra positività e negatività della partita. Consapevoli che il mercato deludente, imputato principale per il malumore della tifoseria, è ormai irrimediabilmente alle spalle.
Ecco, dunque, 5 cose da salvare e altrettante da cancellare di Parma-Bari.
COSA SALVARE – Tra gli aspetti positivi c’è sicuramente una ritrovata produzione offensiva che, seppur non ancora entusiasmante, ha permesso di arrivare al tiro 14 volte, tra cui qualche colpo di testa pericoloso di Nasti e Vicari. Inoltre, (primi minuti a parte) si è riusciti a tenere testa alla prima della classe, dando per pochi minuti la sensazione di poter portare a casa punti. La terza ancora è la positiva prestazione di Aramu che, giocando 90’, ha fatto ulteriori passi in avanti verso la miglior condizione. Si può ripartire, poi, dall’atteggiamento e dalla voglia dimostrata dalla squadra nei minuti successivi al pareggio, simboleggiata dal tentativo di Nasti di recuperare subito la palla dopo il gol. Non si possono non citare infine, per il quinto e ultimo aspetto da salvare, i 1.000 tifosi biancorossi che hanno seguito la squadra a Parma di mercoledì sera.
COSA DIMENTICARE – Certamente da cancellare l’ennesimo approccio sbagliato alla partita. Primi venti minuti passati in balia del Parma, per poi concludere la partita, ancora una volta, negativamente. Il secondo aspetto da cambiare, dunque, è il gol subito negli ultimi minuti. Quest’ultimo, frutto di un altro difetto di questa squadra: la tenuta difensiva senza Di Cesare (o Vicari).
Dalla difesa all’attacco, per sottolineare come, il sesto gol in campionato del Bari, sia generato da un errore avversario, più che dell’efficacia offensiva della squadra, apparsa ancora insufficiente. Ultimo e non banale cruccio dei biancorossi, è la solita prestazione a metà, con un tempo completamente regalato agli avversari.
Ad un Bari (fortunatamente) in crescita, non resta, però, che guardare al bicchiere mezzo vuoto. Gli 8 punti in classifica e la tredicesima posizione non sono in linea con le ambizioni dichiarate dalla società a inizio anno. Score ancor più lontano, poi, da quelle della piazza, che culla lo stesso ossessionato obiettivo del proprio capitano.
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