Salgono a 906 i casi di Coronavirus registrati in Puglia, dopo i 786 di ieri. A renderlo noto è il Presidente della Regione Emiliano che, sulla base delle informazioni del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, ha comunicato che oggi sono stati effettuati 601 test in tutta la regione, di cui 120 sono risultati positivi. 

I casi positivi sono cosi suddivisi: 37 in Provincia di Bari; 10 in Provincia Bat; 2 in Provincia di Brindisi; 14 in Provincia di Foggia; 29 in Provincia di Lecce; 5 in provincia di Taranto, 2 riguardano residenti fuori regione, su ventuno è da attribuire la provincia di appartenenza. Sono stati registrati 6 decessi: 1 nella provincia di Brindisi, 4 nella provincia di Foggia, 1 nella provincia di Lecce.

In Puglia 72 operatori sanitari ospedalieri sono stati contagiati dal Coronavirus: il dato emerge da un documento trasmesso lo scorso 21 marzo dalla task force regionale alle Asl, ospedali, Irccs e laboratori di analisi. Come si legge su Repubblica edizione Bari, nel documento si evidenzia il rischio che proprio negli ospedali - le strutture più a rischio - possano accendersi dei focolai, come già accaduto in Lombardia, in provincia di Bergamo e nel Lodigiano. Nel frattempo dei 220 ventilatori e monitor chiesti dalla Regione Puglia per far fronte all'emergenza Coronavirus e allestire le terapie intensive, ad oggi ne sono arrivati solamente nove. Allo stesso tempo però entro la giornata di oggi arriveranno in Puglia circa 100mila mascherine dalla Cina.

Pierluigi Lopalco, epidemiologo e responsabile della struttura di progetto per il Coordinamento delle emergenze epidemiologiche della Regione Puglia, ha rassicurato i pugliesi all'Adnkronos: "In Puglia è un aumento stabile: è la migliore notizia che possiamo avere per il momento. Finché si tratta di piccole fluttuazioni - sottolinea Lopalco - non sono assolutamente significative. Siamo lontani per adesso dallo scenario peggiore perché questo incremento è costante, ogni giorno si aggiunge lo stesso numero di casi. Questo ci dà un pò di respiro. Ci sono i primi segni che le misure di contenimento in qualche maniera, almeno in Italia, hanno rallentato la corsa, su quello possiamo essere sicuri. In Lombardia purtroppo era troppo tardi".

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 23 marzo 2020 alle 20:10
Autore: Claudio Mele
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