Moduli ma non solo. Il calcio è anche - e non solo - una questione di numeri. Si parla tanto di schemi, 3-5-2 piuttosto che 4-3-3. Albero di Natale o 4-2 fantasia. Ed ancora, due punte o largo al tridente? Tutte domande alle quali Vivarini dovrà rispondere, in modo tale da pianificare al meglio - con la società - il mercato di gennaio. L’allenatore - almeno per quanto visto finora - sembra orientato a proseguire con il 3-5-2. 

CHI RESTA - Del doman non v’è certezza, e questo è risaputo. Vivarini non è Lorenzo il Magnifico, e in questo periodo trascorso a Bari ha acquisito maggiori conoscenze per stabilire quali sono i calciatori più congeniali al suo progetto tattico. SabbioneDi Cesare e Perrotta non si muoveranno. A loro bisognerà necessariamente aggiungere qualcun altro. Troppo pochi tre difensori centrali d'esperienza. Berra e Costa hanno convinto. È forse il centrocampo il reparto su cui intervenire con maggiore decisione. Le recenti - e contemporanee - defezioni di Hamlili, Bianco e Scavone, hanno costretto Vivarini ad adattare Terrani come mezzala. Il reparto avanzato conterà ancora su Antenucci e Simeri.

SI PUO' DARE DI PIU' - Corsinelli sta provando a conquistare la fiducia di Vivarini. Le prossime gare saranno importanti per delineare meglio il suo futuro. Lo stesso Terrani - molto bene contro la Vibonese - si è acceso ad intermittenza, e da un calciatore del suo talento è lecito attendersi molto di più. Così come da Kupisz, che non si è ancora espresso sui suoi livelli standard. Ferrari ha giocato poco, e se è vero che quando è sceso in campo, si è fatto apprezzare per generosità e fisicità, è altrettanto vero che non è ancora il calciatore visto a Piacenza. Le sue doti potranno risultare molto utili durante il prosieguo del campionato. A patto che riaffiorino quanto prima.

POCHE CHANCE - Vivarini andrà avanti - questo ci ha detto fin qui il campo - col 3-5-2. Nessuna porta è chiusa per sempre, figuriamoci quelle per il talento di Floriano, Neglia e D’Ursi. Si tratta di calciatori di assoluto valore, che poco hanno a che fare con la panchina. Dovessero continuare così le cose, saranno costretti a fare le valigie per cercare fortuna e gloria altrove. A meno che Vivarini non decida di affidarsi ad un modulo differente e - perché no - più spregiudicato. Nel calcio nulla è certo, e se Vivarini non assomiglia al Magnifico, è altrettanto vero che - proprio come quest'ultimo - apprezza gli artisti. Del pallone, naturalmente, e sarebbe un peccato lasciarli incupirsi in panchina. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 06 novembre 2019 alle 12:00
Autore: Raffaele Garinella
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