Un anno di assenza, un anno di astinenza. Il tifoso barese vive più o meno così la ricorrenza odierna, da quel primo marzo 2020 che ha visto per l’ultima volta i supporters biancorossi presenti sugli spalti, per assistere ad una partita della loro squadra del cuore. Allora si giocò, al S. Nicola, Bari-Avellino, con la vittoria dei galletti per 2-1, grazie agli acuti di Perrotta ed Antenucci. A nulla valse, ad un quarto d’ora dalla fine, il gol della bandiera degli irpini, siglato dall’ex Albadoro.

Stando ai numeri di quella giornata, erano oltre 11 mila le persone assiepate sui gradoni dell’impianto barese, per assistere all’incontro.  Nonostante già si parlasse da giorni dell’arrivo in Italia del famigerato virus del Covid-19, nessuno avrebbe immaginato che quello sarebbe stato a lungo, e chissà per quanto tempo ancora, l’ultimo match del club dei De Laurentiis accompagnato dalla presenza di pubblico.

Di lì in poi, il calcio sarebbe passato in secondo piano, con lo stop forzato ai campionati, scattato poco più di una settimana dopo, ed il dibattito  dominato da lutti, ospedali, Coronavirus e, ultimamente, vaccini. Trecentosessantacinque giorni dopo quell’ultima partita, nella quale era ancora possibile urlare cori da una curva, il pallone nostrano continua a rotolare in campi desolatamente vuoti e silenti. E gli appassionati attendono di poter tornare alla vita normale, che prevede anche, quando sarà possibile, una domenica allo stadio.

L’ultima beffa, su questo fronte, si ebbe il 26 ottobre scorso. In quell’occasione, per la gara interna con il Catania, il S. Nicola avrebbe dovuto riaprire ad un migliaio di fortunati. Venne anche aperta la vendita dei tagliandi, nella settimana precedente l’incontro con gli etnei, ma il peggioramento dei dati relativi al contagio impedì di riaprire le porte della splendida struttura progettata da Renzo Piano, ancora oggi imponente, sebbene usurata dal tempo. Si è atteso finora, e si dovrà attendere ancora.

Solo quando la battaglia contro la pandemia sarà vinta, si potrà riprendere a gioire tutti insieme, per una rete della propria squadra. Fino ad allora, la passione resterà viva, grazie alla televisione, sul divano di casa. Ma bisogna francamente ammettere che, così, non si vivono di certo le stesse emozioni garantite da uno stadio pieno.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 01 marzo 2021 alle 12:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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