Dopo cinque stagioni, 192 presenze, 6 gol, 15 assist e in più partite anche una fascia da capitano portata con orgoglio, Mattia Maita e il Bari si separano. Una scelta che mette fine a un legame profondo, costruito nel tempo, fatto di sacrificio, momenti intensi e una fedeltà rara nel calcio moderno.

Arrivato nel gennaio 2020, Maita si è subito ritagliato un ruolo importante nel centrocampo biancorosso. Tanta corsa, senso della posizione, spirito di sacrificio: caratteristiche che non fanno notizia, ma che fanno la differenza. In una squadra che in quegli anni cercava identità, Maita è stato una costante. Mai sopra le righe, mai fuori posto. Sempre presente. Con il Bari ha vissuto tutto: il ritorno in Serie B, le emozioni di una finale playoff sfiorata contro il Cagliari. È stato testimone e protagonista dei momenti più significativi dell’ultimo quinquennio biancorosso, indossando la maglia con una dedizione che ha conquistato piazza e compagni.

In campo ha ricoperto più ruoli, adattandosi alle esigenze degli allenatori. Fuori ha rappresentato un punto fermo dello spogliatoio, guadagnandosi stima e rispetto. La fascia da capitano, portata durante l’assenza di Vicari, non è stata un caso: era il simbolo di un giocatore che si è sempre messo al servizio della squadra, senza mai tirarsi indietro.Nell’ultima stagione, ha collezionato 36 presenze, 1 gol e 2 assist. Maita saluta Bari a 30 anni, forse con un po’ di malinconia, ma con la consapevolezza di aver dato tutto.

Il Bari perde non solo un centrocampista d’esperienza, ma un pezzo importante della sua anima recente. Un giocatore che ha attraversato cicli, allenatori, rivoluzioni tecniche, rimanendo sempre fedele alla causa. Il futuro lo porterà altrove, ma a Bari resterà il ricordo di un professionista esemplare. Non uno da copertina, ma uno di quelli che rendono forte un gruppo. Che tengono insieme le cose, nei momenti buoni e in quelli difficili.

Grazie di tutto, Mattia. Questa sarà sempre casa tua.

Sezione: Copertina / Data: Ven 11 luglio 2025 alle 11:00
Autore: Lorenzo D'Agostino
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