Lippi riesce in quello che non era riuscito a fare Sacchi. Far vincere il titolo mondiale ad un collettivo, privo di grandi individualità se si eccettua Totti, comunque non al meglio e non indispensabile. I rigori che tanto ci avevano tolto, ci regalano la vendetta sulla Francia di Zidane, che saluta il calcio nella maniera peggiore.
CALCIOPOLI DIVIDE L’ITALIA – La delusione dell’Euro 2004 costa la panchina a Trapattoni, sostituito da Lippi che ovviamente divide in due i tifosi. Da una parte gli juventini, favorevoli, dall’altra chi lo vede troppo legato ai colori bianconeri per poter guidare la nazionale. In ogni caso, le qualificazioni non regalano brividi, ma alla vigilia del torneo scoppia Calciopoli (o Moggiopoli) che sconquassa il calcio italiano, mettendo in discussione proprio le vittorie juventine di Lippi e di buona parte della sua squadra. Si va in Germania tra critici che invocano il nostro ritiro, o almeno quello dei giocatori della Juventus, capitan Cannavaro in testa. Con queste premesse, sognare la vittoria appare un puro esercizio di ottimismo, anche perché altrove si sta decisamente meglio. A cominciare dal Brasile, affidato al CT del 1994, Parreira, che propone il “Quadrato Magico” formato da Kakà, Ronaldinho, Ronaldo e Adriano. Brasiliani, dunque, favoriti numeri uno, seguiti dall’Argentina e dalla Germania padrona di casa. Pronti alla sorpresa sono le solite Inghilterra, Spagna e Portogallo, reduce dalla delusione della finale europea persa con la Grecia. Proprio la Grecia è l’assenza più di rilievo, dall’alto del titolo continentale appena conquistato. Manca anche la Turchia, terza nella precedente edizione, e l’Uruguay, che ormai non fa più notizia. Sorpresa dall’Africa, che promuove quattro esordienti e lascia a casa abituali frequentatrici come Nigeria e Camerun, oltre al Sudafrica destinato ad ospitare l’edizione del 2010.
AVANTI LE GRANDI – Sparisce la gara inaugurale coi campioni in carica. Tocca ai padroni di casa aprire il torneo, contro il Costarica. La partita è spettacolare e lancia i tedeschi verso la facile affermazione nel girone. Chiudono a punteggio pieno davanti al sorprendente Ecuador, mentre saluta la Polonia, nuovamente delusa. Nessun problema nemmeno per l’Inghilterra, nel girone più noioso del mondiale. La Svezia fa compagnia agli uomini di Eriksson, che perdono Owen per infortunio e hanno Rooney acciaccato, mentre il Paraguay strappa punti solo al simpatico Trinidad, capace comunque di conquistare un pareggio contro gli scandinavi. A sorpresa, si decide dopo due sole giornate il gruppo sulla carta più difficile. Alla prova dei fatti Argentina e Olanda si dimostrano troppo forti per l’inesperta Costa d’Avorio e la Serbia & Montenegro, ormai prossima all’ennesima separazione. Il Portogallo del CT campione del mondo, Scolari, non parte testa di serie, ma conquista il primo posto nel girone a punteggio pieno, complice l’accoppiamento con avversari morbidi. Lo segue il Messico, che si salva solo perché l’Iran riesce ad impattare contro il sorprendente Angola nella gara conclusiva.
L’Italia parte bene, con un secco due a zero al Ghana, mentre la Repubblica Ceca impressiona contro gli Stati Uniti. Nella seconda gara, però, troviamo il modo di complicarci la vita, proprio contro gli americani. La rete di Gilardino è pareggiata da un autogol di Zaccardo, e poi De Rossi ci lascia in dieci per un’inutile gomitata. Nella ripresa la situazione disciplinare si ribalta, ma il risultato non cambia. Nel frattempo il Ghana batte i cechi, che appaiono scoppiati, e si ripete con gli Usa, guadagnandosi il secondo posto. Secondo, perché l’Italia chiude con un tranquillo due a zero anche a Nedved e compagni, con infortunio di Nesta e sostituzione con Materazzi, subito in gol. Nessun problema per il Brasile del Quadrato Magico, contro avversari abbordabili. Chiude a punteggio pieno davanti all’Australia del mago Hiddink, che nella gara decisiva strappa in extremis il pareggio qualificazione alla Croazia. Delude il Giappone, a casa con un solo punto. L’unica delle favorite a non vincere il suo girone è la Francia, costretta a battere il Togo all’ultima giornata per evitare un’altra clamorosa eliminazione. Il primo posto è della Svizzera, unica difesa imbattuta del torneo, mentre la Corea del Sud torna sulla terra, pur conquistando, contro gli africani, il primo successo “fuori casa” in un mondiale. Impressiona la Spagna, con sette gol segnati nelle prime due gare. Torres e Villa la guidano a punteggio pieno, seguita dall’Ucraina che, dopo il poker subito all’esordio, ha gioco facile contro Arabia e Tunisia.
SI SVEGLIA LA FRANCIA – Germania e Argentina si avviano all’ennesimo capitolo della loro sfida infinita per vie diverse. I tedeschi entusiasmano il proprio pubblico dominando contro la Svezia, con Klose a creare e Podolski a concludere. L’Argentina, invece, va sotto contro un buon Messico, pareggia subito, ma fatica a portare a casa la qualificazione. Il gol decisivo arriva solo nei supplementari, dai quali è sparito finalmente il golden gol. Lo segna Maxi Rodriguez con una splendida conclusione al volo da fuori. Decisamente meno spettacolare la seconda giornata degli ottavi. Nel caldo torrido di Stoccarda, Inghilterra ed Ecuador mirano principalmente a non prenderle. Alla fine, come sempre in queste gare, decide la prodezza di un singolo. In questo caso Beckham, con una punizione indirizzata nell’angolino. In serata, Portogallo e Olanda replicano la semifinale dell’ultimo Europeo. Decide Maniche nel primo tempo, mentre la ripresa si trasforma in una corrida, con due espulsi per parte.
Solo rigori nella terza giornata. L’Italia, che presenta a sorpresa Del Piero al posto di Totti, parte bene contro l’Australia, ma subisce il ritorno degli avversari. Ad inizio ripresa, poi, viene ingiustamente espulso Materazzi, di fatto complicando i piani di Lippi. Sono 40 minuti di sofferenza, ma proprio all’ultimo minuto di recupero, ecco il colpo di scena. Grosso scende a sinistra, entra in area e viene a contatto con un difensore. Non fa nulla per evitarlo e si guadagna un rigore a dir poco dubbio. Totti, entrato nella ripresa, trasforma con precisione spedendoci ai quarti senza la fatica dei supplementari. Quarti dove ci attende l’Ucraina, che fa sua la sfida tra outiders, contro la Svizzera, soltanto ai rigori, dopo uno 0-0 noioso. Per Shevchenko e compagni è un traguardo storico, all’esordio, mentre gli svizzeri si rammaricano per l’uscita senza aver subito nemmeno un gol. Tutto facile per il Brasile, contro un Ghana spuntato. Anche perché arriva subito la quindicesima rete “mondiale” di Ronaldo, che così batte il record di Müller. I centri di Adriano e Zé Roberto chiudono i conti. In serata si gioca la gara più attesa degli ottavi. Spagna avanti su rigore, ma rimontata da una Francia finalmente all’altezza delle attese, con Zidane a illuminarla. Per gli spagnoli, che peccano di inesperienza, l’ennesima delusione mondiale.
AVANTI SENZA FATICA – La corsa alle semifinali inizia con una grande sfida, già vista due volte in finale. Nel corso della gara, l’Argentina si fa preferire alla Germania per la maggiore tecnica. Va pure in vantaggio, con Ayala, ma viene raggiunta da Klose, al quinto gol, quello che gli darà il titolo di capocannoniere. Dopo tempi supplementari nervosi, si va ai calci di rigore. I tedeschi li segnano tutti, mentre Lehmann si supera su Ayala e Cambiasso. Il portiere, che aveva preso a sorpresa il posto di Kahn, porta dunque i padroni di casa alla seconda semifinale consecutiva, mentre i sudamericani sfogano la loro delusione scatenando una rissa che interrompe bruscamente i festeggiamenti tedeschi. Alla fine ne farà le spese Frings, impossibilitato a giocare la semifinale perché squalificato con la prova televisiva. In serata, per l’Italia si mette subito in discesa contro l’Ucraina, unica “intrusa” dei quarti. Zambrotta segna subito e nella ripresa una doppietta di Toni da al punteggio un aspetto rassicurante. Si torna in semifinale a 12 anni di distanza dalla finale di Pasadena.
Il giorno dopo va in scena la gara più noiosa delle quattro, tra Inghilterra e Portogallo. Le due squadre giocano fin dal primo minuto per non prendere gol, più che per farlo. Nella ripresa, poi, l’espulsione di Rooney e l’infortunio di Beckham privano Eriksson delle uniche due punte di diamante. I rigori, come due anni prima all’Europeo, sono inevitabili, e ancora una volta sbarrano la strada agli inglesi, che segnano solo con Hargreaves, sbagliandone tre. Il Portogallo sembra adeguarsi, con due errori, ma la trasformazione decisiva di Cristiano Ronaldo lo riporta in semifinale, a 40 anni di distanza dall’unico precedente. Il favorito Brasile, invece, sbatte contro una Francia in crescendo ed esce mestamente da quello che doveva essere il “suo” mondiale. Del “Quadrato magico” non si salva nemmeno un lato, mentre dall’altra parte Zidane illumina il gioco dei galletti, servendo su punizione la palla del gol partita ad Henry. Quattro semifinaliste europee dunque. Non accadeva dal 1982…
SI VA A BERLINO – Preceduta dalle consuete polemiche della stampa tedesca contro gli italiani, arriva l’ora di Italia-Germania. Il Westfalen Stadium di Dortmund è lo stadio più caldo di Germania, scelto scientificamente, e piazzato in questo punto del tabellone, dalla federazione tedesca per spingere i propri giocatori in finale. Di fronte, però, si trovano un’Italia mai così in palla, che fin dal primo tempo si fa preferire alla squadra di casa nella costruzione del gioco. In ogni caso, le difese hanno nettamente la meglio sugli attacchi e la gara scivola inevitabilmente verso i supplementari. A questo punto gli azzurri appaiono più freschi degli avversari, probabilmente provati dall’impegno con l’Argentina. Prima Gilardino e poi Zambrotta colpiscono due legni in rapida successione, mentre dall’altra parte è Podolski il più pericoloso. Ci si avvia verso i temibili rigori, quando su azione di corner, Pirlo pesca Grosso in area. Sinistro a giro e palla nell’angolino, imparabile per Lehmann. Mancano Ai tedeschi restano solo due minuti per tentare qualcosa, ma Cannavaro è una diga insuperabile. Recupera palla sull’estremo tentativo e rilancia il contropiede, rifinito da Gilardino per Del Piero che infila il due a zero conclusivo. Sesta finale per l’Italia, mentre il sogno della Germania di ripetere il successo casalingo del 1974 termina sul più bello.
Tra Francia e Portogallo va in scena la rivincita della semifinale di Euro 2000. E come allora a deciderla è un rigore di Zidane. Stavolta non è un golden gol, ma arriva già alla mezzora. Andato in svantaggio, il Portogallo conferma tutti i propri limiti in fase realizzativa (un solo gol dopo la fase a gironi), soprattutto contro una difesa attenta come quella francese. La logica conclusione è la seconda finale mondiale per i transalpini, stavolta contro gli amati-odiati cugini italiani. Una finale tutta europea. Come nel 1982…
EVVIVA I RIGORI – La mattina del 9 luglio Berlino è in festa. Davanti alla Porta di Brandeburgo si festeggia il terzo posto dei padroni di casa, conquistato la sera prima sul Portogallo. È solo l’antipasto della grande sfida che va in scena la sera stessa, sul prato dell’Olympiastadion. Italia-Francia, dal 1978, per noi è solo sinonimo di delusioni, ma stavolta le due squadre partono alla pari. Entrambe hanno iniziato circondate da scetticismo ed entrambe sono cresciute strada facendo, puntando sulla solidità difensiva e sull’esperienza. La gara non è esaltante, come ormai non lo sono più, a questi livelli, ma si sblocca velocemente. Al settimo minuto Malouda si invola in area e cade dopo un contatto con Materazzi. Rigore che Zidane trasforma non senza qualche brivido. La palla, infatti, colpisce la traversa e tocca terra al di là della linea, rimbalzando però fuori dalla porta. A questo punto gli azzurri dimostrano grande carattere, prendendo in mano la gara e pareggiando già prima del ventesimo. Corner di Pirlo e incornata vincente di Materazzi, che si fa subito perdonare per il rigore. Poco dopo rischiamo anche di segnare il raddoppio con Toni, in un’azione identica, ma stavolta la palla colpisce la traversa.
Nella ripresa la stanchezza fa sentire il proprio peso e i ritmi rallentano. I francesi pungono col solo Henry, spesso imprendibile per i nostri difensori, ma Cannavaro e Buffon fanno buona guardia. L’Italia va in gol con Toni, ma l’attaccante è in leggero fuorigioco e l’arbitro annulla. Supplementari, dunque, mentre uno spento Totti ha lasciato il posto a Iaquinta dopo un’ora di gioco. I primi quindici minuti extra sono una sofferenza. Ribery e Zidane fanno paura, il primo mandando di poco a lato e il secondo impegnando Buffon con un’inzuccata a colpo sicuro. Gli azzurri ci mettono il carattere e poco più, ma nel secondo supplementare arriva il fattaccio che modifica di colpo le carte in tavola. Dopo una discussione con Materazzi, infatti, Zidane rifila una testata al difensore interista e, complice il quarto uomo che avvisa l’arbitro, viene espulso, chiudendo ingloriosamente la sua carriera. L’uscita del suo uomo simbolo è un duro colpo per la Francia, ma non abbiamo più energie da spendere per approfittarne. Si va ai rigori, dunque, come a Pasadena nel 1994, come a Napoli nel 1990, come a Parigi nel 1998, Ma stavolta la storia è destinata ad andare diversamente. Non sbagliano Pirlo e Materazzi e non sbaglia Wiltord. Sbaglia, invece, Trezeguet, che colpisce la traversa, col pallone che rimbalza appena al di qua della linea. Vanno a segno De Rossi e Del Piero per noi e Abidal e Sagnol per la Francia. Tocca dunque a Grosso, l’eroe di Dortmund, decisivo già con l’Australia. Uno sguardo all’orizzonte, uno al pallone e il sinistro che si insacca. Il resto è delirio azzurro. L’Italia è campione del mondo per la quarta volta e vendica la beffarda sconfitta dell’Euro 2000 nel più clamoroso dei modi.
IL CAMPIONE DEI CAMPIONI
Fabio Cannavaro – Il simbolo di una difesa che subisce solo due gol durante il torneo, un’autorete ed un rigore. Fenomenale contro la Germania, messo in difficoltà solo da Henry in finale. È il culmine di una carriera che l’ha visto esordire giovanissimo nel Napoli, per poi passare al Parma. Quattro coppe in maglia gialloblu, tra nazionali e internazionali, prima del passaggio, infruttuoso, all’Inter. Due anni condizionati da vari infortuni e il trasferimento alla Juventus, con la quale vince due scudetti, poi revocati dopo Calciopoli. Il mondiale vinto e la retrocessione dei bianconeri lo portano a Madrid, sponda Real, col quale in tre anni vince due campionati, prima del ritorno a Torino. Le prestazioni a Germania 2006 gli regalano anche il nomignolo di “Muro di Berlino” e, a fine anno, il Pallone d’oro, quarto italiano a vincerlo, dopo Rivera, Rossi e Baggio, oltre all’oriundo Sivori.
TABELLINO DELLA FINALISSIMA
Berlino, 9 luglio 2006
Italia: Buffon, Zambrotta, Grosso, Gattuso, Cannavaro, Materazzi, Camoranesi (86’ Del Piero), Perrotta (61’ De Rossi), Toni, Pirlo, Totti (61’ Iaquinta).
Francia: Barthez, Sagnol, Abidal, Vieira (57’ Diarra), Thuram, Gallas, Ribery (100’ Trezeguet), Makelele, Henry (107’ Wiltord), Zidane, Malouda.
Marcatori: 7’ Zidane(F)(rig), 19’ Materazzi(I).
Rigori: Pirlo(I)2-1, Wiltord(F)2-2, Materazzi(I)3-2, Trezeguet(F)traversa, De Rossi(I)4-2, Abidal(F)4-3, Del Piero(I)5-3, Sagnol(F)5-4, Grosso(I)6-4.
Autore: Andrea Dipalo
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