Ugochukwu Michael Enyinnaya è cresciuto a Warri, città della Nigeria che sorge sul delta del Niger. A portarlo a Bari è stato Carlo Regalia, sopraffino intenditore di calcio, che ne ha notato le enormi qualità, rimanendone estremamente colpito durante un allenamento sostitutivo di una partita di Coppa belga, rinviata per maltempo. 

Ciccio - così lo chiamano affettuosamente i tifosi - resterà per sempre legato alla città di San Nicola. Merito di un gol entrato di diritto nella storia del club biancorosso. Correva la stagione 1999/2000. Si gioca Bari-Inter, da una parte Fascetti, dall’altra Marcello Lippi, che in nerazzurro tenterà - con scarsi risultati - di ripercorrere i fasti vissuti in bianconero. La sera è fredda, ma non troppo per essere il 18 dicembre 1999. 

Dopo sette minuti Enyinnaya entra con pieno merito nel parnaso dei poeti dei gol biancorossi. Vladimir Jugovic, un geometra del centrocampo, sempre preciso e mai banale nelle giocate, fedelissimo scudiero di Marcello Lippi, si addormenta perdendo malamente il pallone, che finisce tra i piedi di Enyinnaya

Ciccio è giovane, ha dalla sua spensieratezza ed incoscienza, ma anche la scaltrezza tipica di chi sa entrare in confidenza col pallone. Dopo aver notato Peruzzi fuori dai pali, lascia partire un missile terra aria da quaranta metri, imparabile per l’incredulo portiere, il cui sguardo si perde nel limbo delle incertezze. Il Bari compirà un'impresa e vincerà per 2-1.

Il pallone, accarezzato magistralmente col piede destro, assume una traiettoria beffarda e si deposita alla sinistra del Tyson nazionale. È l’estasi di Enyinnaya, costretta troppo presto a lasciare spazio al tormento degli infortuni. Una carriera stroncata in fretta, ma resa immortale da un gol che resterà per sempre negli occhi e nella memoria di chi ha il Bari nel cuore. 

Sezione: Amarcord / Data: Gio 04 giugno 2020 alle 11:30
Autore: Raffaele Garinella
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