Novantanove presenze in biancorosso, tra campionato e Coppa Italia, e 2 reti, entrambe siglate nel trofeo nazionale. Questa l’esperienza a Bari del terzino sinistro Nicola Mora, oggi quarantenne, arrivato in Puglia nell’estate del 2002.
In esclusiva ai nostri microfoni racconta: “Venivo da un’annata in A, a Piacenza. Parlai diverse volte al telefono, sia con Matarrese che con mister Perotti. Mi convinsero ad accettare, perché l’obiettivo era la promozione in massima serie. L’impatto con la città fu ottimo, mi fu riservata una grande accoglienza. Ricordo bene il calore della piazza. Partimmo bene, ma poi calammo, e ci trovammo invischiati nella bassa classifica. Con l’arrivo di Tardelli la situazione migliorò, e ci salvammo. L’annata successiva, il Presidente acquistò il mio cartellino definitivamente, ed io rifiutai l’offerta del Cagliari. Avevamo una buona rosa, con Spinesi in avanti, un giocatore importante, poi ceduto nel mercato invernale. Non meritavamo la retrocessione in C, per qualità tecniche. Ricordo lo spareggio con il Venezia, ai playout, con Pillon in panchina. Devo dare atto alla tifoseria di averci sostenuto sempre, anche quando vi fu contestazione, durante la stagione. La sensazione che ho provato dopo la retrocessione, in una partita stranissima, pur avendo dato tutto sul campo, è una delle più brutte della mia carriera.”
Ma l’esperienza del difensore in riva all’Adriatico non terminò qui: “Andai via da Bari, in accordo con la società, perché c’era la necessità di alleggerire il monte stipendi. Accettai di andare a Napoli, in C. Nel 2005, con un altro anno di contratto con i galletti, rientrai alla base. Tornai e mi misi a disposizione, mi accordai per spalmare l’ingaggio ed allungare il vincolo con i biancorossi. Acconsentì alla richiesta del club, ma il rapporto con l’ambiente era ormai compromesso. Trovai tutto cambiato, Carboni allenatore, che mi disse di credere in me, e Pari d.s. Ma i maggiori problemi li ebbi con la tifoseria. Mi accusarono falsamente di pensare solo ai soldi, non mi perdonarono mai di aver accettato l’offerta dei partenopei. La rivalità, all’epoca, si faceva sentire. Restai anche nel 2006, con Maran. Ma ormai non mi sentivo più a mio agio, il rapporto con il pubblico si era incrinato, e abbandonai i galletti a gennaio.”
Sull’attualità l’ex calciatore non si sbilancia: “Non vorrei essere nei panni di chi deve decidere cosa fare, posto che la salute deve essere al primo posto. C’è l’ipotesi di bloccare le retrocessioni, e rimodulare le promozioni. Di certo, ci sono motivazioni economiche forti, qualunque scelta venga fatta. Spero che non vi siano ricorsi, altrimenti si rischia di passare l’estate in tribunale. In ogni caso, ho molti amici in Puglia, Brienza in primis, e continuo a seguire le sorti dei ragazzi di Vivarini. Un ottimo tecnico, che conosco bene. L’arrivo dei De Laurentiis alla presidenza è una garanzia per tutti. Il club tornerà, con il tempo, in serie A. Credo che la Lega Pro sia lo scoglio più difficile da affrontare, ma mi auguro che il Bari possa farcela già quest’anno, sul campo o d’ufficio.”
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