Lo spareggio a Bari non è proprio sinonimo di felicità. Nei playoff e playout, le gare disputate dal Bari nella sua storia contano 13 vittorie, 13 pareggi, 14 sconfitte, 52 gol segnati e 48 gol subiti. Ma oggi ci concentriamo, proiettandoci con un tuffo speranzoso e ottimistico nel futuro, ai playoff di serie B, per raggiungere la serie A, disputati dai biancorossi da quando sono stati introdotti (stagione 2004-2005). Spoiler: sono storie piene di "what if", ma che hanno comunque segnato dei ricordi e, soprattutto, fatto vivere emozioni. Momenti, insomma, di grande intensità e delusioni cocenti. La squadra ha partecipato quattro volte agli spareggi per la massima serie, sfiorando il successo ma senza mai riuscire a centrare l’obiettivo.
Stagione 2013/2014: LA BEFFA DI LATINA - La "meravigliosa stagione fallimentare" non finisce come tutte le favole. Nel 2014 il Bari era 17esimo a 10 giornate dalla fine e, nonostante le difficoltà societarie culminate nel fallimento, riuscì a qualificarsi ai playoff grazie a una straordinaria rimonta sotto la guida di Alberti e Zavettieri e sotto il motto di "Comprate la Bari". Nel turno preliminare, i biancorossi affrontarono il Crotone in trasferta, imponendosi per 3-0 con reti di Galano, Joao Silva e Sciaudone. Entusiasmo alle stelle: Bari rispose riempendo tutto il San Nicola in semifinale contro il Latina e i biancorossi, dopo aver subito un goal viziato da un fallo non fischiato che impedì l'uscita di Guarna, si portarono in vantaggio per 2-1, grazie ai gol di Cani e Joao Silva. Subirono però il pareggio al 90' con Ristovski. Al ritorno, in vantaggio con un rigore di Polenta, i pugliesi subirono prima il contestatissimo rigore trasformato da Jonathas (Sciaudone che non fece altro che saltare su un pallone), e poi la rete di Laribi che regalarono la finale ai laziali, condannando il Bari per peggior piazzamento in classifica nonostante l'ultimo goal speranza di Galano.
2015/16: IL THRILLER CONTRO IL NOVARA - Dopo un piazzamento come quinta classificata, con 67 punti, nel primo turno, i quarti di finale, il Bari affrontò il Novara in una sfida che si rivelò subito complicata. L'andata, a Novara, si concluse con un pareggio 1-1, con gol di Maniero per il Bari e una rete del Novara siglata da Evacuo. Il ritorno, al San Nicola, fu un vero e proprio thriller: dopo un tempo gli ospiti erano già in vantaggio di due reti e, in apertura del secondo, Gonzalez firmò la propria tripletta personale ponendo apparentemente una pietra tombale sul passaggio del turno. E invece fu qui che si scatenò la riscossa biancorossa. Rosina prima su azione e poi su rigore per fallo di mano riaprì i discorsi e poi un destro di prima intenzione di Puscas, da circa 25 metri, pareggiò i conti: San Nicola in delirio. Ma nei supplementari, l'amara beffa: nonostante un triplo salvataggio di Micai, un uomo in più per il Bari a causa di una doppia ammonizione dei novaresi e uno stadio che spingeva il galletto verso la coronazione di un'impresa, arrivò il quarto goal degli ospiti: come un fendente nel fianco, al 114esimo, Galabinov insaccò di testa qualificando il Novara di mister Baroni.
2017/18 FIAMMA SPENTA PRIMA DELLA CATASTROFE - La catastrofe societaria del 2018, con la conseguente ripartenza dai dilettanti, fu preceduta da un altro "what if". Al termine della regular season il galletto si piazzò settimo, sotto il Cittadella di un punto, contro cui giocò un amaro quarto di finale playoff terminato 2 a 2. Ma forse in pochi ricordano che quel Bari fu penalizzato di 2 punti proprio verso il termine della stagione: punti che pesarono come un macigno perché, a campi invertiti, lo stesso risultato avrebbe qualificato i biancorossi. E invece due espulsioni nei supplementari a Cittadella, nonostante il vantaggio di Galano a inizio gara, condannarono il Bari prima sul campo e poi fuori con le vicende che tutti conosciamo.
2022/2023: LA PUGNALATA DI PAVOLETTI - Lo sappiamo, questa è la ferita più profonda che probabilmente non si rimarginerà mai del tutto. Forse il più grande "Sliding doors" della storia del Bari. E non serve descrivere tutto con precisione perché i ricordi sono ancora molto vividi. Ma, per chi crede nei segnali della sorte, non si può negare che ce ne furono tanti. L'ultimo, che lasciava presagire il peggio, fu quella traversa di Folorunsho che, oltre a far tremare i legni, fa ancora tremare i cuori dei tifosi biancorossi. Da lì a poco l'ingresso di Pavoletti e il gelo dei quasi 60mila allo stadio. Ma i segnali più forti arrivarono dalla partita precedente. Il campionato ben oltre le aspettative diceva che il Bari fosse superiore a quel Cagliari. E dopo aver eliminato il Südtirol in semifinale, l'andata della finale in Sardegna finì (solo) 1-1: Lapadula e rigore di Antenucci al 95esimo. Prima però, gli interventi dell'attuale portiere biancorosso, Radunovic, salvarono in diverse occasioni i sardi. A partire dal rigore parato su Chedira, ci furono almeno altre 5 occasioni da goal nitide capitate sui piedi dei biancorossi, in una partita che sembrò letteralmente stregata.
Chissà se oggi il Bari starebbe ancora lottando in serie A come i sardi, ma fatto sta che ai baresi, in queste sfide, è rimasto sempre l'amaro in bocca. Nulla per cui però non valga la pena di vivere, emozionarsi e sperare. Per tornare a vivere queste emozioni, però, ora serve la concretezza nel futuro: "Scurdammoce 'o passat".
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