Forse Gianni Brera aveva ragione quando diceva che le migliori partite, nel calcio, sono quelle che finiscono 0-0. Perché dal punto di vista dei meri gesti tecnici quella fra Bari e Catania una bella gara non è stata. Per la prima volta in stagione, infatti, si è vista una squadra biancorossa cadere numerose volte in quelli che tennisticamente potrebbero essere definiti come errori gratuiti. Passaggi sbagliati a centrocampo, aperture errate che hanno lanciato gli avversari, leggerezze difensive: tutti elementi che di certo non appartenevano al repertorio degli uomini di Mignani. Che però, da grande squadra e pur soffrendo, hanno portato a casa un punto pesantissimo. Che vale oro.
Una condizione fisica precaria, la lunga sosta sulle gambe, le assenze a centrocampo: tutti i possibili fantasmi del quale si era parlato nelle ultime settimane si sono paventati fin dai primi minuti in un San Nicola che un aspetto spettrale lo aveva di suo, vista la capienza ridotta dell'astronave di Renzo Piano. Oltre ai deficit del Bari, però, vanno sottolineati anche i meriti del Catania, con la formazione di Baldini partita in maniera aggressiva, aggredendo alto gli uomini di Mignani e provando a prendere possesso della metà campo avversaria. Atteggiamento premiato al minuto diciassette, quando Di Gennaro ha abbattuto in area Russini, provocando il calcio di rigore realizzato da Moro.
Neanche il tempo di riportare il pallone a centrocampo e il Bari, con una perla di Antenucci, ha trovato il pareggio: poteva essere la scossa, ma la formazione biancorossa ha continuato ad essere in affanno. L'assenza di Maita si è fatta sentire come il pane, il centrocampo non è riuscito a fare il giusto filtro ed il solo Botta ha provato a costruire qualcosa, arretrando in mediana per giostrare il pallone verso i compagni. Quando il numero dieci è uscito per infortunio, però, i fantasmi di inizio gara si sono riaffacciati sul San Nicola. Anche perché pochi minuti prima gli etnei avevano trovato il nuovo vantaggio, ancora con un errore da matita rossa di un pessimo Di Gennaro.
Nella ripresa il Bari è sceso in campo con un atteggiamento diverso: Mignani ha tolto Di Gennaro, spostando Mallamo in mediana e Marras come mezzala, con la squadra che ha ripreso a girare, anche perché i centrocampisti hanno alzato il livello della loro prestazione, pur restando sotto i soliti standard, soprattutto a livello tattico. Proprio quando sembrava poter arrivare la svolta, però, i biancorossi hanno subito una terribile doccia fredda, con il terzo gol del Catania che rischiava di tagliare le gambe ad Antenucci e compagni.
In quel momento, però, è venuto fuori il carattere dei biancorossi: un super Cheddira ha prima conquistato un calcio di rigore realizzato da Antenucci, poi siglato il pareggio anticipando di testa Stancampiano su un lancio perfetto di D'Errico. Da allora la partita è proseguita in maniera confusa, con il Bari che ha preso il pallino del gioco, attaccando però più con il cuore che con la testa, continuando a sbagliare giocate semplici e mancando le occasioni per trovare i tre punti.
Alla fine si lascia il San Nicola con un pareggio: per com'è andata, bene guardare il bicchiere mezzo pieno. Perché oggi abbiamo scoperto una cosa: dove mancano testa e tattica, la squadra di Mignani ha saputo trovare il cuore. E risultati così, in una lunga maratona come quella rappresentata da questo campionato, pesano tantissimo.
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