Cambiano gli interpreti, cambiano le aspettative, ma i numeri – spesso impietosi, spesso illuminanti – dicono che il Bari di Fabio Caserta e quello di Moreno Longo, alla stessa altezza della stagione, viaggiano praticamente alla stessa velocità. Undici partite disputate l’anno scorso, undici (con una da recuperare) quest’anno: il risultato, almeno in termini di punti, è identico. Ma le somiglianze finiscono qui, perché la natura dei due percorsi racconta due storie molto diverse.

Il Bari versione 2025-2026 ha raccolto 13 punti con un ruolino fatto di alti e bassi: 3 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte. I biancorossi hanno segnato 11 reti, subendone però 16, dato che certifica una fragilità evidente e che rappresenta una delle principali differenze rispetto alla gestione precedente. Il miglior marcatore è Gabriele Moncini, già a quota 5 gol e vera luce nella partenza zoppicante del gruppo di Caserta. In classifica i pugliesi sono quindicesimi, ma con la possibilità di salire fino al nono posto in caso di successo nel recupero contro la Juve Stabia: un dettaglio che tiene aperto ogni scenario.

Un anno fa, dopo 11 giornate, il Bari di Longo si trovava esattamente a 13 punti, ma la sensazione generale era diversa. Meno vittorie (solo 2), ma soprattutto meno sconfitte: appena 2, compensate da ben 7 pareggi. Una squadra più solida, più equilibrata, più prevedibile forse, ma meno soggetta a cadute vertiginose. Questo dato veniva certificato anche dal piazzamento in classifica: un certamente più dignitoso nono posto. Identico il numero di gol fatti (11), molto migliore quello dei gol subiti: appena 9, quasi la metà rispetto ai 16 incassati dall’attuale Bari. Anche il dato sui marcatori racconta un mondo differente: il miglior realizzatore era Kevin Lasagna, insieme a Mehdi Dorval, fermi entrambi a quota 2 reti. Nessun trascinatore vero, ma una distribuzione diversa delle responsabilità offensive.

In sintesi, la fotografia del confronto è chiara: i punti sono gli stessi, ma il contesto no. Il Bari di Caserta produce più picchi – nel bene e nel male –, segna con più continuità grazie a un riferimento come Moncini, ma concede troppo e vive di scosse più che di continuità. Quello di Longo era meno spettacolare, più compassato, ma decisamente più solido e leggibile.

Il recupero con la Juve Stabia potrà riscrivere i numeri, ma non la percezione: oggi il Bari è un cantiere aperto, irregolare ma potenzialmente in crescita. Un anno fa era una squadra più piatta, ma anche più affidabile. Due modi diversi di stare in campionato, un solo dato in comune: 13 punti che, in entrambi i casi, non fanno dormire sonni tranquilli.

Sezione: Copertina / Data: Lun 17 novembre 2025 alle 13:00
Autore: Antonio Testini
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