La sconfitta di Ascoli è una di quelle batoste difficili da digerire. E poco importa se la stessa sia arrivata dopo aver raccolto sette risultati utili di fila.

Pronti via, il Bari è subito in svantaggio. Mister Grosso, a fine match, punterà il dito contro un approccio evidentemente sbagliato. Un campanello d'allarme, una sorta di avvertimento: i biancorossi, ancora ubriachi per il successo ottenuto sul Brescia, entrano in campo contro i bianconeri scarichi e svogliati, quasi presuntuosi. Ma il vero dramma si consuma dopo, durante la gara, con i galletti incapaci di riagguantare un risultato che, misurata la forza dell'avversario, sarebbe dovuto essere prima raddrizzato e poi fatto proprio. Macchè.

Possesso di palla sterile e zero tiri in porta. I numeri a fine gara sono tanto impietosi quanto significativi. La squadra, per l'ennesima volta in questa stagione, stecca sul più bello, gettando alle ortiche quanto di buono fatto nelle uscite immediatamente precedenti.

Grosso nel mirino. E non può essere altrimenti. La squadra è infatti apparsa ancora una volta carente di idee e soluzioni offensive: impossibile non indicare il mister quale principale indiziato. Vero anche che in campo ci vanno i giocatori, ma se questi approcciano con incomprensibile sufficienza certi importanti appuntamenti, vuol dire che chi li guida non è ancora riuscito a trasmettere la giusta mentalità ad un gruppo che, tecnicamente parlando, resta valido e competitivo. Peculiarità di certo importanti ma che da sole non bastano a vincere le partite, che andrebbero invece condotte ed affrontate con quella fame che il Bari fatica ancora oltremodo a dimostrare.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 29 marzo 2018 alle 13:00
Autore: Andrea Dipalo
vedi letture
Print