Dopo giorni di riflessioni, caratterizzate dalle parole in conferenza del presidente Luigi De Laurentiis, il Bari è pronto a tornare in campo per la sfida di domani pomeriggio al San Nicola contro la Paganese, anticipo della 33esima giornata. Per analizzare meglio il periodo della formazione biancorossa abbiamo sentito Sergio Volpi. Questo le riflessioni in ottica finale di stagione dell'ex centrocampista dei galletti, intercettato in esclusiva dai nostri microfoni: "C'è poco da dire. Bisogna abbassare la testa, come ha già ben detto il mister e tutti i ragazzi, e prepararsi al meglio per affrontare le sfide decisive dei playoff. In questo momento la priorità è di ritrovare la condizione fisica e mentale. Ormai la posizione in classifica non è così importante perchè purtroppo allo stadio la gente non può andare, quindi il fattore campo non è rilevante come magari poteva essere nelle stagioni precedenti. Queste sono le annate dove le cose non vanno come vorresti e si fa più fatica ma c'è ancora tutto il tempo per portare il Bari all'obiettivo tramite la post-season. In queste gare dovranno venir fuori le qualità e la forza dei ragazzi. Per me rimangano i favoriti ma servirà essere al massimo. Poi in campo bisogna essere concentrati e determinati dal primo all'ultimo secondo, altrimenti rischi di non fare quello che dovresti".
La Paganese: "Non esistono partite facile, anche se sei primo con 30 punti di distacco dall'ultima. Poi se ti chiami Bari, chi ti affronta trova degli stimoli maggiori e se dovesse fare risultato farebbe l'impresa come il Benevento contro la Juventus. I galletti devono preparare la gara al massimo delle possibilità e chiudere l'avversario nella propria area. Far vedere che vogliono vincere con cattiveria e determinazione maggiore rispetto agli avversari".
Le dinamiche societarie e i risultati negativi: "Alla fine scendono in campo i giocatori. Se non si hanno certi stimoli per dimostrare il loro valore in una piazza così importante e con una maglia gloriosa, stiamo parlando del nulla. Poi una figura di riferimento ti può dare qualcosa ma non penso che la mancanza di direttore sportivo abbia influito sui risultati"
L'ex centrocampista ha fatto una piccola analogia tra l'attualità e il suo passato in biancorosso: "Ricordo la mia prima stagione al Bari (1996/97), l'anno della Serie B, dove probabilmente eravamo i più forti. C'è stato un periodo in cui eravamo lontani dal 4 posto, l'ultimo disponibile per la promozione. Si è vinto una gara importantissima, il derby con il Lecce per 2-1 e da lì si è ripartiti. Abbiamo riconquistato la fiducia e il pubblico, che ci ha dato una spinta. Da quel momento abbiamo fatto una cavalcata e siamo arrivati a giocarci la A contro il Castel Di Sangro, raggiungendo l'obiettivo".
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