Prima conferenza stampa in quel di Bari per Francesco Bolzoni. In apertura il centrocampista ha subito spiegato i motivi, che lo hanno portato a scegliere i biancorossi: “Allo Spezia è andata meglio del previsto ma la società ha fatto altre scelte, ero fuori dai lori piani. Bari è stata la decisione più logica per il mio futuro, cercavo un progetto importante e a lungo termine. Vorrei rimanere qui per tanti anni. Alcuni miei ex compagni mi hanno parlato bene di Bari, della gente e di come si vive il calcio. La mia esperienza più bella è stata, infatti, al sud a Palermo. Non posso fare una partita sottotono, la società ha fatto un investimento importante per me e lo devo ripagare. Siamo qua per vincere non possiamo nasconderci. Siamo professionisti tra i dilettanti. Gol di domenica? Era da tanto che non segnavo, è stato veramente emozionante. Lo dedico a mio figlio, l’ultima volta che segnai, aveva due anni”. 

Il classe ’89 si è poi soffermato sulle qualità dei suoi compagni e di mister Cornacchini: “Mi sto trovando benissimo, è un gruppo sano e bellissimo. Eccetto la partita con il Messina, le altre tendono a chiudersi, difficile segnare subito. Brienza è fortissimo, un super professionista, quando non ci arriva con il fisico, ci pensano tecnica e testa. Hamlili mi ha sorpreso, fa bene entrambe le fasi, ha ritmo e qualità. Gli ho chiesto perchè non avesse mai giocato in B. I giovani stanno facendo bene. Piovanello e Langella sono cresciuti molto. Possono darci una grande mano. In allenamento c'è tanta qualità, se molli ti fregano. Il mister è una persona molto umile, non ci fai mai abbassare la guardia. Lavoriamo molto sull’intensità. Cerco di preparare tutto come se fosse la partita più importante. Voglio irrompere nel gioco con la mia fisicità ma qui tendo più ad impostare. Strano essere marcato a uomo ma mi fa piacere, significa che mi temono”.

Il classe ’89 ha concluso il suo intervento, tornando sulle diverse esperienze trascorse in carriera: “All’Inter probabilmente non ero pronto, non ho rimpianti. Difficile quando a 17-18 anni ti trovi ad essere considerato in un ambiente del genere. Devo molto a Mancini, mi buttava sempre dentro. Conte è stato un maestro, se l'avessi avuto anche in A mi avrebbe cambiato la carriera. A Palermo sarei stato a lungo, poi l’infortunio mi ha portato a fare scelte diverse. Quando mi sono rotto il tendine, ho rescisso il contratto e sono andato a Novara. Li ho pensato di smettere, ci ho messo 16-18 mesi per tornare a fare il calciatore. All’inizio della mia carriera cambiavo squadra perché le cose andavano bene, ero giovane e lo facevo per migliorami. Dopo Palermo è stato l’opposto, girovagavo perché non stavo bene”.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 09 ottobre 2018 alle 15:15
Autore: Gianmaria De Candia
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