Clamoroso al Cibali! Locuzione di un calcio poetico, romantico e mai dimenticato. Oggi quel romanticismo pallonaro non c’è più, disperso tra la frenesia di partite disputate in orari più strampalati e sempre meno vicino a quella che dovrebbe essere la dimensione accessibile a tutti. Nostalgia di quel calcio che ancora qualcuno, faticosamente e un po’ arrancando, definisce della gente. 

Catania-Bari è una partita che proietta i tifosi, quelli dall’animo più poetico e dalla carta d’identità datata, a domeniche in cui dopo la pasta al forno c’era la radiolina. Polito e Mignani, tandem sintonico ed artefice dei risultati positivi del Bari di inizio stagione, ricorderanno senz’altro. Ed allora sapranno che Catania è, nonostante le recenti difficoltà di questo avvio, campo da sempre e per sempre ostico. 

Il Bari ha conquistato sette punti, tre dei quali portati via dalla Basilicata con assoluto cinismo. Il gol del ritrovato Simeri non ha celato le cose che dovrannno migliorare, a cominciare dalla sfida in Sicilia, ma ha permesso di affrontarle con maggiore serenità. In attesa che il Bari inserisca il pilota automatico e attraversi la selva oscura della Lega Pro senza soste nocive o pit stop non richiesti. 

Clamoroso al Cibali! Una locuzione che deve rimanere un ricordo per due motivi. Il primo, storico, è legato alla nuova denominazione dello stadio, mentre il secondo è connesso con la maggiore qualità della rosa del Bari. Fermarsi a Catania, nonostante il blasone dell’avversario ed il profondo rispetto nutrito verso i discendenti del Liotru susciterebbe davvero clamore. Meglio lasciare che i ricordi restino tali. Il Bari è in fiducia e su questo non ci piove. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 16 settembre 2021 alle 08:00
Autore: Raffaele Garinella
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