Moreno Longo è stata senza dubbio la figura più divisa della stagione del Bari 2024/2025. A chi pensava facesse il massimo con la rosa a disposizione si è contrapposto chi riteneva l’operato insufficiente. A chi reputava le sue parole frutto di un notevole esercizio retorico rispondeva chi lo considerava parafulmine della società. I risultati, di certo, non sono dalla sua. La posizione di metà classifica del Bari non può certo portare soddisfazione nel cuore dei tifosi. Allora che fare? Tenerlo sulla panchina un altro anno? O cambiare strada? Ecco alcuni motivi per i quali confermarlo e altri per i quali non farlo.
PERCHE' CONFERMARLO – La prima parte di stagione del Bari non può essere dimenticata. Dopo le primissime giornate di rodaggio, la squadra ha iniziato ad esprimere un calcio gradevole, creando molte occasioni, tantochè il problema principale si pensava potesse essere lo carso cinismo del reparto offensivo. Non bisogna dimenticare che Dorval, il miglior giocatore della stagione del Bari (insieme a pochissimi altri), ha disputato la sua miglior stagione in carriera e la prima ad alto livello proprio sotto la guida di Longo che è riuscito ad esaltare le caratteristiche del giocane esterno. Anche la difesa alla fine non si è dimostrata così deficitaria, considerando che i biancorossi sono stati la quarta difesa del campionato con 40 gol subiti.
PERCHE' NON CONFERMARLO – Non si può nemmeno dimenticare che la seconda parte di stagione sia stata da dimenticare. Pochissime azioni pericolose create e una manovra poco fluida e farraginosa hanno arenato i galletti e le speranze playoff. Dorval, maggiormente conosciuto dagli avversari, è stato spesso raddoppiato, rendendo evanescente il suo estro e Moreno Longo non ha saputo rispondere con contromisure efficaci. Anche la gestione di molti giocatori non è piaciuta: Falletti e Pereiro, usati con il contagocce dopo essere stati più volte richiesti dallo stesso tecnico biancorosso; Lasagna spesso isolato in avanti senza saper sfruttare le sue qualità da perfetta spalla d’attacco di un centravanti boa; il centravanti boa, Favilli, utilizzato spesso e volentieri nei minuti finali quando si è dimostrato l’unico ad avere quel senso del gol necessario a portare punti importanti. Quello che però si rimprovera di più al mister è l’incapacità ad imprimere una mentalità di ferro ai propri giocatori. Troppe disattenzioni, troppi punti persi nei secondi tempi. E anche le assunzioni di colpa sono state poche e velate. Ci si è ritrovati troppe volte a commentare i postpartita del tecnico senza mai capire il suo reale pensiero e con frasi al centro di polemiche come quelle sulla sopravvalutazione della squadra.
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