Domenica sarà una sfida particolarmente emozionante per Vincenzo Vivarini. Il tecnico ritroverà da avversario per la prima volta il Teramo, la squadra che lo ha consacrato nel gioco e nei risultati. Tre le stagioni in Abruzzo, di cui due indimenticabili. Tra il 2013 e il 2015 ha guidato i diavoli alla doppia promozione sul campo dalla 2° Divisione alla B, non riuscendo a militare effettivamente in cadetteria solo a causa della condanna di illecito sportivo (per una partita combinata con il Savona). 

A prescindere dal triste finale, la cavalcata del Teramo di Vivarini rimarrà nella storia della società. Nel primo anno con un team non di primissima fascia centrò il terzo posto e il conseguente salto di categoria. Da ricordare però che il primato fu perso nelle ultime due giornate a promozione già acquisita. Dal punto di vista del gioco si iniziarono ad intravedere i diktat offensivi del mister, come confermato dalle 48 reti realizzate: secondo miglior attacco del campionato.

Nella stagione successiva arrivò la massima espressione del calcio di Vivarini sulla base di un 3-5-2 aggressivo e propositivo. Dopo un inizio a rilento (14 punti nelle prime 10) la formazione riuscì a rimanere imbattuta dal 1 Novembre al 18 Aprile con un bilancio di 15 vittorie e 9 pareggi, risalendo così dal dodicesimo posto al primato. Decisiva fu anche la solidità mentale mostrata nonostante la bassissima età media (praticamente tutta la rosa sotto i 28 anni): pur rimanendo a lungo alle spalle dell'Ascoli, riuscì a ribattere colpo su colpo, concretizzando il sorpasso alla 31esima giornata. Tra i ricordi più belli di quella stagione spicca l'esplosione e la valorizzazione della coppia d'attacco Donnarumma-Lapadula: 45 reti in due, sulle 62 complessive (i migliori del Girone B). 

Il terzo anno fu il più complicato soprattutto in fase di preparazione estiva: la squadra perse subito il diritto di giocare in B e solo a fine agosto riuscì ad ottenere il ritorno in Lega Pro (in primo grado era stata condannata alla D). Nonostante le proposte il mister decise di non abbandonare la nave nel momento di massima difficoltà. La rosa fu però fortemente rimaneggiata, soprattutto sul fronte della qualità offensiva, ma si raggiunse una tranquilissima salvezza (ottavo posto). Tra le certezze e i fedelissimi di Vivarini vi era un giovanissimo Marco Perrotta (titolare già nella stagione promozione). Non a caso il centrale spiccò il volo in Serie B l'anno successivo, frutto della crescita con il tecnico di Ari. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 19 novembre 2019 alle 12:00
Autore: Gianmaria De Candia
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