LE FORMAZIONI - Del Bosque schiera ugualmente Torres, nonostante le non ottime prestazioni offerte nelle scorse partite; accanto a lui, in avanti, il trascinatore della Spagna di questo Mondiale: David Villa, con Iniesta a donare fantasia alle loro spalle. Regia affidata all'estro dì Xavi, mentre in difesa Puyol è chiamato a garantire la solita sicurezza. Nel Paraguay, fronte offensivo composto da Cardozo e Valdez: solo panchina per Barrios e Santa Cruz.
UN TOSTO PARAGUAY - A differenza delle altre uscite, questa Spagna non punge. O meglio: non riesce a farlo, perché l'undici sudamericano è tosto, ben chiuso, e soprattutto pericoloso nelle ripartenze. Cardozo fa possesso e fa salire la squadra, Valdez prova a pungere con la sua rapidità, Santana e Barreto spingono come possono sui lati. Dalla parte roja, invece, qualcosa non quadra: Torres continua a non essere "niño", Villa pare tentennare, Xavi non riesce ad accendere la luce, Iniesta è spesso ingabbiato da uno sfiancante raddoppio di marcatura. Conseguenza: le principali occasioni sono di stampo paraguayano. Con l'arbitro che annulla addirittura un gol a Valdez, per un fuorigioco - inesistente - di Cardozo.
DOV' È LA MIRA? - Tutto rimandato, dunque, nella ripresa. Che di emozioni ne vede, e tante: cinque minuti di fuoco dal 56' al 61', con due rigori fischiati dal costaricano Leal, uno per parte. Prima Piqué atterra Cardozo in area: penalty e giallo. Va lui stesso sul dischetto, ma sceglie la potenza, non la precisione, semplificando la vita a un Casillas che ci arriva senza particolari difficoltà. Dopodiché, Villa subisce fallo da Alcaraz, nell'area opposta: batte Alonso, segna, ma Leal fa ripetere per troppi uomini in area. Rivà Alonso, sbaglia: parapiglia, mischia, proteste, ma si resta fermi, saldi, su uno zero a zero che continua a premiare un Paraguay che dimostra di meritare di giocarsi le semifinali.
VILLA, È DESTINO - C'è un famoso detto che dice: "esiste la musica, poi ci sono i Beatles". Ecco: esiste la Spagna, poi c'è Villa. Perché, praticamente, "el guaje" fa nazionale da sé. È il suo Mondiale, questo, lo si era visto nelle altre partite delle furie rosse; in questa partita lo dimostra ulteriormente, anche aiutato da un destino che ormai lo guarda negli occhi. Lui, mica Messi; lui, mica Cristiano Ronaldo; lui, mica Kakà. Lui, David Villa, mattatore anche di un Paraguay che ha lottato con il cuore per tutta la partita. Lui, che all'83' sblocca il risultato, insaccando in rete di piatto, di giustezza, nonostante una prestazione non così eccellente, con la sfera che si insacca dopo aver colpito il palo, attraversato la linea, e colpito l'altro palo. Il tutto, nato da una discesa rapida - e favolosa - di Iniesta, e un altro legno colto dal neoentrato Pedro nella stessa circostanza.
Autore: Michele Lorusso
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