"Abbiamo preso quello lì, quello grasso?". Secondo Gianni Mura furono queste le parole utilizzate dall'allora tecnico del Real Madrid Luis Carniglia per commentare l'acquisto del fuoriclasse Ferenc Puskas. Probabilmente lo scetticismo non era infondato, perché l'ungherese era fermo da due anni in quanto squalificato dalla FIFA per non essere tornato in patria dopo la repressione della rivoluzione del 1956, ma il giocatore ci mise poco per far ricredere anche i più critici.

Non il suo tecnico, che non lo fece giocare nella finale della Coppa dei Campioni del 1959, disputata dal Real contro lo Stade Reims in quel di Stoccarda. Forse alla base della scelta vi furono anche motivazioni politiche (in quel periodo la Germania era divisa e l'utilizzo di un dissidente del blocco orientale avrebbe creato turbolenze), ma secondo la storiografia ufficiale quella scelta non andò giù al presidente Santiago Bernabeu, che decise di esonerarlo.

Ed è da lì a poco che la storia del tecnico che contribuì a rendere grande il Real Madrid, vivendo da protagonista parte della cavalcata trionfale che portò i Blancos a trionfare nelle prime cinque edizioni della Coppa dei Campioni, si sarebbe incontrata con quella biancorossa. In una carriera d'allenatore condita di soddisfazioni, che lo fece sedere sulle panchine dei principali club italiani ed internazionali, c'è anche una esperienza alla guida del Bari.

L'allenatore argentino arrivò, infatti, sulla panchina biancorossa nel 1961, subentrando in corso d'opera per provare a salvare una squadra che navigava in acque agitate. Come spesso accade nella storia del calcio, però, anche i tecnici di maggiore esperienza devono mettere in conto possibili delusioni e sconfitte: e così il Bari, che pure si tolse la soddisfazione di vincere per 1-3 a San Siro contro il Milan, chiuderà la sua stagione retrocedendo dopo gli spareggi contro Lecco ed Udinese.

Sezione: Amarcord / Data: Dom 05 aprile 2020 alle 18:30
Autore: Raffaele Digirolamo
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