Ci sono storie immortali, che rimarranno per sempre nella memoria di chi le ha vissute e tramandate di generazione in generazione. Nel mondo del calcio l’eredità culturale è fondamentale per dare risalto a storie significative e dal carattere romantico, come nella stagione del Bari 1979/80.

Come riportato da Gianni Antonucci nel suo libro "Bari e il Bari", dopo diverse sofferenze patite l'anno prima, il Bari, rimasto in B, cerca un nuovo allenatore per ripartire al meglio. Tra Gianni Di Marzio e Mimmo Renna, la scelta per l'affidamento della panchina biancorossa ricade sul secondo, peraltro salentino e celebre per i record ottenuti in B con l'Ascoli. Il Bari di Antonio Matarrese si dedica quindi al mercato, prelevando anche giocatori dalla Serie A, come il centrale Garuti del Bologna e il portiere Grassi del Perugia, oltre a Sasso, Bacchin e Libera, acquistati dal Foggia. 

Per i galletti il campionato si rivela da subito altalenante. Prima una vittoria contro l'Atalanta, poi, fino alla quarta giornata, i biancorossi restano a secco di successi, fino a ottenere un filotto di tre successi di fila contro Lecce, Matera e Monza. L'ottima serie positiva perdura fino alla 13^ giornata, quando i biancorossi sono costretti ad arrendersi al Verona, dove perdono per infortunio sia Gaudino che Libera.

Senza le sue due punte, il Bari di Renna inizia a soffrire una carestia di gol. Tanti pareggi, poche reti segnate e un numero insufficiente di vittorie porta la squadra biancorossa ad abbandonare il sogno promozione già a metà del girone di ritorno, in cui i galletti non riescono ad andare oltre il dodicesimo posto in classifica. Solo verso fine anno, complici i punti ottenuti con Parma, Pisa e Palermo, il Bari riesce ad agguantare la definitiva nona posizione, comunque non soddisfacente visto l'obiettivo promozione fissato a inizio stagione.

Più che per i risultati ottenuti sul campo, l'annata resta memorabile per la novità portata da Matarrese, che decide di rivedere il logo del Bari. Il galletto viene quindi reinterpretato in maniera stilizzata, inserito in una sagoma ovale dallo sfondo bianco e caratterizzato da un profilo di colore nero. Quel logo è il simbolo che per più di 30 anni ha accompagnato l'A.S. Bari, fino al suo fallimento. Un'icona memorabile del calcio locale e nazionale, rimasto ancora oggi nella memoria di numerose generazioni.

Sezione: Amarcord / Data: Gio 30 dicembre 2021 alle 23:00
Autore: Gabriele Ragnini
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