Massimo Brambati è stato una colonna della difesa del Bari per un quadriennio, tra il 1989 ed il 1993, collezionando in totale un centinaio di presenze con la maglia dei galletti.

In esclusiva ai nostri microfoni, ha ricordato i suoi trascorsi in riva all’Adriatico:“Facemmo due anni splendidi con Salvemini, vincendo la Mitropa Cup, e salvandoci in A. Nella prima stagione, ricordo il calore del Della Vittoria, ed una squadra di grande talento, con gente come Maiellaro, Di Gennaro e Joao Paulo. L’anno seguente, la salvezza fu centrata alla penultima giornata, vincendo al S. Nicola contro il Milan, con una doppietta del brasiliano. Ma sentivo che questo stadio non garantiva lo stesso supporto del vecchio. Fu, comunque, bellissimo giocare le partite contro le squadre più blasonate con l'impianto pieno. Poi, vennero fatti molti errori da parte della società."

Una campagna di contrattazioni faraonica, nel 1991, che però non portò i galletti in Europa, come sperato, ma ad una mesta retrocessione in B: "Gli acquisti di Boban, Jarni e Platt comportarono una grande spesa, e loro erano molto validi, dal punto di vista tecnico, ma presero Bari come un trampolino di lancio. Parliamo di grandissimi giocatori, ma, per quegli anni, sarebbe servito qualcosa di diverso, qualcuno più attaccato alla maglia. Lì iniziarono le prime contestazioni ai Matarrese, e la società scelse di fare a meno di Janich, che per noi era come un padre."

Proprio l'assenza del direttore sportivo, infatti, per Brambati, pesò parecchio sui risultati: "Il primo anno, mi portò lui dal ritiro, in macchina, ad una visita al tendine, a Vicenza. E poi andammo a mangiare fuori in un hotel, ad Asolo, e mi fece un bel discorso, relativo alla fortuna di fare il calciatore, tranquillizzandomi relativamente all'infortunio. Sapeva parlare al gruppo, era un uomo d’altri tempi." 

Una sequela di scelte societarie che portarono ad un paio di stagioni non all'altezza: "Credo che l’errore principale sia stato  quello di minare lo zoccolo duro di quel Bari, vendendo Maiellaro e Di Gennaro. Poi l’infortunio a Joao Paulo complicò ulteriormente i piani, perché lui era un giocatore determinante. Anche per questo, l’anno dopo, non riuscimmo a risalire subito."

Ma l'affetto che lega Brambati al capoluogo pugliese è intatto: "Sono tornato un paio di volte, a Bari, sempre con piacere. Tornai, una volta, per discutere il rinnovo di contratto di Stellini, e mi vennero le lacrime agli occhi, rientrando al San Nicola, pur vedendolo vuoto. Ed ero sugli spalti, nell’annata con Conte, in quello 0-0 in casa con l’Empoli, con una splendida coreografia dei tifosi. Una grande emozione, anche se la promozione arrivò solo una settimana dopo, il giorno di S. Nicola.”

Sezione: Amarcord / Data: Mer 14 luglio 2021 alle 00:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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