Senza parole. Il Bari visto a Vercelli è uno spettacolo vietato a tutti. Nonostante il vantaggio, nonostante la chiara necessità di tornare a fare punti, i biancorossi sono stati capaci di farsi rimontare, e sconfiggere, da un modesto Pro Vercelli, protagonista di una partita vinta con merito grazie alla maggiore pressione offensiva consumata soprattutto durante al ripresa. Ripresa a cui, tristemente, il Bari non ha neppure preso parte.

E così, la formazione di casa è riuscita ad avere la meglio sulle rovine di un Bari depresso, nel corpo e nell'anima. La prestazione offerta dal galletto è di quelle che lasciano l'amaro in bocca, e non solo ai tifos e non solo per la sconfitta. Come può una squadra in piena crisi, e in piena lotta per la salvezza, scendere in campo (contro la penultima) così svogliata, assente, spenta, quasi indifferente a quanto gli sta succedendo? Non è servito neppure il ritorno al gol di Ciccio Caputo a risvegliare la voglia, la determinazione e la caparbietà di un gruppo che, oramai, pare davvero smarrito del tutto.

Le colpe sono di tutti, indistintamente. Dallo staff tecnico ai giocatori, passando per la dirigenza, tutti stanno probabilmente sbagliando qualcosa. L'errore più grave è quello che, a turno, stanno commettendo tutti, parte dei media compresi. Non si può continuare a far finta che tutto sia normale e riconducibile all'inesperienza o alle eccessivi pressioni (quali?): qui non si sta sudando per la maglia, non si stanno ritando fuori gli attributi, e l'atteggiamento che questi ragazzi tengono in campo è li che lo dimostra, purtroppo. Negli occhi dei giocatori non c'è traccia di cattiveria (agonistica), di voglia di rivalsa. Sembrano scendere in campo per la paghetta, e nulla più. 

Un 2013 da incubo, e il prossimo futuro non sembra promettere nulla di buono. Mercoledi al San Nicola arriva l'Hellas Verona, non proprio l'avvresario giusto, e alla portata, per una squadra in netta crisi di tutto. Adesso sta nell'abilità di mister Torrente, e dei suoi collaboratori, risollevare alla meglio le sorti di questo gruppo. Non sarà semplice, soprattutto alla luce di quanto visto nelle ultime uscite di campionato, ma bisognerà ritare fuori almeno l'orgoglio, venuto meno anche a Vercelli, dove i biancorossi sono sembrati, subito dopo il secondo gol dei padroni di casa, rassegnati al proprio destino, all'ennessima sconfitta. Ecco, questo è l'aspetto che, al di la del risultato finale, crediamo abbia fatto più male a chi ha seguito la gara: assistere, inermi e per l'ennesima volta, alla resa di un gruppo che sembra proprio non volerne più sapere di giocare a calcio e vincere le partite. 

Inutile ricordare la classifica, o le statistiche (davvero impietose): si faccia mea culpa, e si torni a lottare come fatto ad inzio stagione, altrimenti gli spettri della retrocessione diventeranno qualcosa di più di una semplice, e scomodissima, paura.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 23 febbraio 2013 alle 18:15
Autore: Andrea Dipalo
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