Dopo aver toccato il cielo con un dito per un momento, toccare terra può essere un’esperienza quanto mai traumatica. Potrebbe essere quello che è capitato al Bari che, a pochi giri di lancette dal sogno Serie A, è stato risvegliato bruscamente da Pavoletti. Un’esperienza simile era capitata anche al Pisa nella stagione 2021-22. In quella squadra allora militava il biancorosso Giuseppe Sibilli e il capitano era l’austriaco Robert Gucher, oggi alla Lucchese, che è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoBari.com.
Nella sua lunga carriera in Italia, prima di andare a Pisa, Gucher è stato un simbolo anche del Frosinone. In Ciociaria il centrocampista austriaco ha avuto modo di intercettare anche Pasquale Marino, attuale allenatore del Bari. Il suo ricordo: “Con Marino giocavamo con un 4-3-3 di grande intensità. A livello umano posso parlarne solo che bene, pur avendolo incontrato per poco tempo. Come allenatore è una garanzia, è preparato, sa come reggere la pressione di piazze come Bari. Se con Mignani le cose non sono andate bene, la scelta di Marino è quella giusta, perché è da un po’ che era a casa e adesso ha tanta voglia di ripartire e rimettersi in gioco. Ha passione”.
Quando nella stagione 2016-17 Gucher incrociò Pasquale Marino, il centrocampista austriaco fu ceduto nella sessione invernale di calciomercato. A prendere il suo posto fu un’altra conoscenza biancorossa: Raffaele Maiello. A lui va il pensiero di Gucher: “Con lui ho fatto pochi allenamenti. Voglio mandargli il mio in bocca al lupo per una pronta guarigione. È una perdita importante per il Bari. È un giocatore che c’entra poco con la Serie B, secondo me. In ogni caso gli rinnovo i miei auguri”.
Da centrocampista che ha giocato con Marino e che conosce il suo modo di intendere il calcio, abbiamo chiesto a Gucher chi potrebbe essere il sostituto di Maiello: “Maiello non si può sostituire: è un regista puro. Benali era con me a Pisa ed è fortissimo, fa tutti i ruoli, però è un po’ sprecato davanti alla difesa. Secondo me la scelta migliore è quella di un centrocampo a due con Benali e Maita o Acampora”.
Gucher è stato capitano e uomo simbolo del Pisa che, nella stagione 2021-22, è arrivata a pochi centimetri dalla Serie A, perdendo la finale play-off ai supplementari con il Monza. Una situazione, tutto sommato, analoga a quella vissuta dal Bari. Gli abbiamo chiesto, dunque, come si può ripartire dopo un dolore del genere: “Le due situazioni sono molto simili. È una bella botta. A essere sincero è difficile trovarsi in una società in queste condizioni, per costruire l’anno dopo. Si crea un’atmosfera molto strana e particolare. Ecco perché, secondo me, anche il Bari sta facendo un po’ di fatica, perché ti può sembrare tutto dovuto, mentre gli avversari ti vedono come una delle più forti. A questo si aggiungano la piazza e i giornalisti. Queste due componenti si abituano all’idea di raggiungere la promozione e quando perdi quel sogno lì, il rammarico rimane. Ecco, allora, che nascono le critiche, le contestazioni e si fa fatica, perché le aspettative si sono alzate. I giocatori che c’erano un anno fa fanno più fatica perché nella scorsa stagione hanno alzato tantissimo il livello delle prestazioni. Invece quelli nuovi non hanno nulla da perdere, vedi Acampora che viene da una retrocessione e per me è molto forte".
Sulla sua esperienza dopo Pisa: “Sono andato lo scorso gennaio a Pordenone con cui avevo fatto un contratto di due anni e mezzo. Purtroppo, la squadra è fallita e quindi ora sono ripartito da Lucca, dove ho ritrovato il mister Gorgone che ho già avuto a Frosinone, dove era il secondo di Stellone. Qui alla Lucchese c’è un nuovo progetto, c’è la volontà di fare le cose per bene e credo di poter tornare a essere quello che sono stato. Ho 32 anni e ho ancora tanto da dare”.
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