Carlo Perrone, indimenticata ala destra, tutta imprevedibilità, fantasia e dribbling ubriacanti si racconta ai nostri microfoni.
Carlo, a bruciapelo: qual è il ricordo più bello che hai di Bari?
"Sono tanti i ricordi belli da salvare. Sicuramente quando, dopo l’infortunio grave patito nella gara contro il Napoli e l'intervento di Renica che mi ruppe i legamenti, ci fu una ovazione al mio rientro in campo dopo otto mesi e mezzo. La gente, che mi aveva sempre seguito per tutta la rieducazione, mi fece una festa incredibile. Poi la finale della Mitropa Cup contro il Genoa con un mio gol, quando da capitano alzai la coppa al cielo davanti a un pubblico estasiato. Purtroppo è rimasto l'unico trofeo negli oltre cento anni della storia del Bari. Però quell’emozione è sempre viva…"
Partiamo dalle ultime vicende. Cosa hai pensato quando il Bari ha rischiato di sparire dal panorama calcistico, la scorsa estate?
"Non avevo mai perso la speranza che potesse salvarsi o che qualcuno potesse alla fine salvare una società così gloriosa. Sicuramente ho provato una forte amarezza in quel momento di grande preoccupazione, poi un sospiro di sollievo quando i De Laurentiis presero in mano la squadra, perché li’ ho capito che avrebbero riportato in alto il Bari"
De Laurentiis, dunque. Cosa ne pensi della nuova gestione e del fatto che la stessa proprietà possiede due delle piazze calcistiche piú importanti del sud?
"Sinceramente penso tutto il bene possibile perché hanno dimostrato di avere a cuore il Bari e non prenderlo solo per mero investimento, anche perché una piazza così va amata e se non si ama al primo impatto, la si comincia ad amare nel momento in cui si conosce la passione e l'attaccamento ai colori della gente di Bari. Per cui il primo passo è stato fatto e adesso ovviamente ci aspettiamo che possano continuare a portare in alto il Bari. Ho grande stima dei De Laurentiis, per cui penso che potranno fare solo bene."
Riavvolgiamo un po' il nastro indietro nel tempo. Dopo Campobasso é arrivato al Bari. L'impatto con la prima grande piazza della carriera quale é stato?
"Impatto meraviglioso perché trovai una società seria ed una squadra che finalmente puntava a vincere il campionato, con un l'allenatore forse il più bravo che ho avuto, Enrico Catuzzi, che mi fece fare uno dei campionati più belli della mia carriera. Purtroppo non coincise con la promozione, ma facemmo un grande calcio e personalmente giocai un ottimo campionato. Un impatto non solo positivo, ma direi esaltante."
La vittoria della Mitropa Cup possiamo dire che é stato il punto più alto del periodo barese insieme alla promozione in A nello stesso anno. Avrebbe preferito rimanere a Bari e giocare al San Nicola?
"Di sicuro avrei finito la mia carriera al Bari, perché ero legatissimo alla gente e l'ambiente mi adorava. Ma non c'erano le condizioni tecniche per rimanere e quindi ho preferito andar via e lasciare un ricordo di grande professionalità e di attaccamento ai colori baresi. Poi ebbi la fortuna di andare a far parte di un club eccezionale come l'Atalanta, che quegli anni giocava anche la coppa, e quindi ho vissuto altri quattro anni di grande calcio. Il San Nicola l’ho conosciuto quando sono tornato da avversario: uno stadio meraviglioso, un tuffo al cuore. Tutt’ora torno spesso a Bari, in vacanza o di passaggio, dato che le mie origini sono pugliesi."
Il Bari in C nel prossimo campionato. Si prospetta un girone di ferro per la presenza di piazze storiche e blasonate rispetto alla categoria. Come dovrà muoversi la società per raggiungere la difficile promozione in B, considerando l’organico attuale?
"Credo che l’organico sia stato costruito molto bene per vincere un campionato da non sottovalutare come quello di serie D. Io costruirei proprio su queste basi solide, aggiungendo quei tre/quattro innesti importanti di giocatori di categoria, per avere quel salto di qualità necessario. Credo che la società saprà come muoversi per rinforzarsi. Ovviamente non sarà una passeggiata, però io non stravolgerei il gruppo che ha dimostrato di essere un gruppo solido e di qualità."
L’auspicio di tanti tifosi baresi é quello di rivederti in tribuna nel prossimo campionato per salutare la curva Nord…
"Il mio auspicio invece quello di sedermi nella panchina del Bari, non in tribuna…(ride, ndr) A parte gli scherzi, faccio i complimenti a mister Cornacchini per il gran lavoro svolto. Credo che quando si ama una città come Bari e soprattutto si è amati da un pubblico molto passionale come quello barese, sarebbe appagante poter contribuire ancora in qualche modo per questi colori…".
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