Una vita da mediano di successo prima di diventare dirigente sportivo, di altrettanto successo. Si potrebbe sintetizzare così la storia calcistica di Gabriele 'Lele' Oriali, ex bandiera dell'Inter e ormai prossimo, secondo radiomercato, alla poltrona di diesse nel Bari targato Gianluca Paparesta.
In attesa della necessaria ufficialità, i tifosi biancorossi sognano già ad occhi aperti. E non potrebbero fare altrimenti, visto e letto il prestigiosissimo curriculum dello stesso Oriali: sia da giocatore che da dirigente, l'uomo di Como ha sempre raggiunto straordinari traguardi.
GLI INIZI E L'EMILIA - Appesi gli scarpini al chiodo non prima di aver vinto, da protagonista, due scudetti e due Coppe Italia con l'Inter, e un Campionato del Mondo con la Nazionale italiana, Oriali ha intrapreso una fortunata carriera da manager e dirigente ottenendo, in giacca e cravatta, grandissimi risultati. La sua rincorsa è partita dal basso, ad inizi anni '90, alla Solbiatese, club dilettantistico condotto in serie C2. Poi, la prima grande occasione, offertagli dal Bologna, squadra che Oriali conserva con gelosia tra i suoi ricordi più cari. Nella città dei tortellini, quattro stagioni condite con due promozioni che i tifosi rossoblu non hanno mai dimenticato (una dalla C1 alla B nel 1995 e una nel 1996 dalla B alla A). Tifosi che, ancora oggi, lo ringraziano per quello che, senza dubbio, è stato il suo regalo più bello, ovvero l'acquisto di un certo Roberto Baggio, nel 1997.
Dopo gli applausi ottenuti col Bologna, Lele Oriali dirotta le sue abilità manageriali a Parma. Con il club dell'allora presidente Tanzi ci resta un solo anno, ma che anno: i gialloblù in quella stagione vincono la Coppa Uefa e la Coppa Italia, chiudendo il campionato al quarto posto.
IL RITORNO A CASA - Salutata definitivamente l'Emilia Romagna, Oriali cede alle avance del club che, più di tutti, gli ha segnato positivamente l'esistenza, sportiva e non. Il richiamo dell'Inter suona come il canto di una sirena: per lui, nerazzurro doc, è impossibile far finta di nulla e rifiutare. Alla 'Pinetina', Piper (così simpaticamente ribattezzato dal grande Gianni Brera per le sue peculiarità da giocatore) rimane ben 11 anni, in cui tanti sono i trionfi così come tante sono le mansioni che ricopre. Gli anni migliori sono di certo gli ultimi, quelli dell'era Mourinho, che con Oriali stringe un rapporto professionale ed umano fuori da ogni schema. Tra i due, come dichiarato dagli stessi, è amore a prima vista. Un affiatamento che va ben oltre il rettangolo verde, alimentato anche e soprattutto dai successi che, insieme, hanno saputo ottenere in quel biennio (indimenticabile resterà l'incredibile triplete Scudetto-Champions League-Coppa Italia arrivato nel 2010).
PRESENTE E FUTURO - Dopo quelle due strepitose stagioni, il promesso sposo di Gianluca Paparesta lascia l'Inter, mettendosi alle spalle una storia bellissima che, però, finisce amaramente. I dissapori con il resto della dirigenza, infatti, lo costringono a rimettere nella mani della società il suo mandato.
Quello all'Inter è stato il suo ultimo sussulto da dirigente. A seguire, negli ultimi anni, Oriali si è divertito a fare l'opinionista per le reti Mediaset. Dopo l'esperienza in Tv, però, è tornata straripante la voglia di rimettersi in gioco. Bari rappresenta certamente una sfida ambiziosa e intrigante, che potrebbe ridare smalto alla sua proverbiale voglia di successo. Sempre che, ovviamente, Paparesta scelga lui come nuovo diesse biancorosso...
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