Le ultime esternazioni di Antonio Cassano, rilasciate ieri sera all’estemporanea BoboTv, sulla sua decisione di non tornare a Bari in B per non “buttare nel cesso” il suo talento, preferendo di fatto il ritiro all’affetto della sua gente, sono l’ennesimo sberleffo in faccia ad una tifoseria che, almeno nell’ultimo ventennio, ne ha viste di tutti i colori.

Il trequartista di Bari Vecchia, nonostante il suo talento, dovrebbe ricordarsi, ad esempio, di essere retrocesso, con questa maglia, poco più di un anno prima del suo esordio nel calcio che conta. Nel confronto tra gioie e dolori causati alla sua piazza natia, quindi, il suo bilancio non è certo in attivo. Quella sera con l’Inter, per carità, non la scorderà mai nessuno. Ma le storie che duran qualche nottata, di solito, non lasciano un grande ricordo.

Questi supporter, che solo nell’ultimo decennio hanno visto gente con quella casacca addosso vendersi per pochi spiccioli, una sequela di presidenti che hanno condotto la loro amata ben oltre l’orlo del fallimento, e la loro squadra rinascere dalle ceneri della D per restare incatenata negli inferi della Lega Pro, non meritano altre sofferenze.

Chi, oggi, veste il biancorosso, si faccia carico di far sognare questa città. Nonostante le polemiche  e le otto sconfitte collezionate finora in C, Carrera ed il suo gruppo, a differenza di chi, a queste latitudini, è già passato lasciando ben poche tracce, hanno ancora la possibilità di scrivere la storia di questo club. Certo, mancano sole tre partite alla fine di una stagione sciagurata, che porterà in dote a malapena un piazzamento playoff.

Ma, da quegli spareggi, se si concretizzasse il sogno di tornare finalmente in cadetteria, potrebbe partire la rinascita di una passione troppo a lungo sopita. Chi può farlo, lotti. Per dimostrare di essere uomini, prima che calciatori. Perché la scena, vista ad Avellino, di un Marras accerchiato da giocatori avversari, senza che nessuno dei suoi compagni muovesse un dito, non deve più ripetersi. Sin da domani, sin dal Palermo.

Perché, di esempi veri, da seguire, nella storia del Bari, ce ne sono a bizzeffe. Sul campo, basti pensare alla dinastia dei Loseto, o ai compianti Masinga, Ingesson e Mancini, ed anche in ruoli dirigenziali. Nessuno ha dimenticato, ad esempio, il Presidente De Palo, che in punto di morte si preoccupò di ricordare ai suoi congiunti di occuparsi della squadra. Persone che, nel percorso di questa società, hanno lasciato molto di più di qualsiasi Cassano.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 17 aprile 2021 alle 07:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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