La stagione 2024/2025 del Bari si è conclusa con un’amara delusione: la squadra ha mancato l’accesso ai playoff, chiudendo al nono posto in classifica con 48 punti, a quattro lunghezze dalla zona spareggi promozione. A pesare non sono stati solo i risultati altalenanti, ma anche una serie di dichiarazioni rilasciate nel corso dell’annata da dirigenti e staff tecnico, che hanno alimentato tensioni e malumori tra i tifosi.
Tutto ebbe inizio già nella scorsa stagione, quando a febbraio 2024, durante una conferenza stampa, Aurelio De Laurentiis – presidente del Napoli e padre dell’attuale patron biancorosso – si lasciò andare a dichiarazioni che fecero discutere. “In molti ci hanno accusato di non aver investito sui giovani. Ho comunque portato il Bari alla soglia della Serie A con tanti giocatori di proprietà del Napoli come Cheddira e Folorunsho”, disse, come riportato da AreaNapoli. Parole che fecero infuriare i tifosi, facendo apparire il Bari come una sorta di succursale del Napoli. Una percezione poi rafforzata anche da un suo intervento al Senato, riportato da CalcioNapoli24, dove affermò: “Cosa farà quella società? Una volta che la famiglia De Laurentiis si sarà stancata e se ne sarà probabilmente uscita di scena nel 2028, perché prima non se ne parla, se non viene modificata la legge sarà destinata a rimanere dov’è o a fallire”, sminuendo la squadra.
A dicembre, fu lo stesso presidente del Bari, Luigi De Laurentiis, a cercare di spegnere le voci su una possibile cessione del club allo sceicco che aveva acceso l’immaginazione dei tifosi. “Con lo sceicco nulla di concreto. Non c’è un cartello ‘vendesi’ fuori dallo stadio. Non ho lavorato questi anni per ricostruire questo brand per lasciarlo al primo che passa. Consegnerò questa squadra alla miglior proposta, che sia concreta e che porti il Bari più in alto possibile”, dichiarò. E ancora: “Napoli e il Bari sono imparagonabili. Il Napoli ha vinto uno Scudetto dopo vent’anni di duro lavoro. Il Bari perde soldi ogni anno: questo è il massimo delle nostre capacità. Penso che quest’anno avremo 24 milioni di costi e gravi perdite. Il calcio è in difficoltà”. Parole che, anziché rassicurare, hanno aumentato lo scollamento tra tifoseria e società. Lo stesso Luigi De Laurentiis, intervenendo a TeleBari nel programma “Il Bianco e il Rosso - TB Sport”, aveva poi provato a rilanciare: “Investiamo per arrivare più in alto possibile. Se dichiariamo di puntare ai playoff, è perché si può arrivare anche in Serie A. Capitano gli anni neri e sfortunati, ma siamo sempre ripartiti. Se ci sarà una realtà che vorrà affiancarci per andare in Serie A, perché no?”.
Anche sul fronte tecnico, non sono mancate frasi che hanno acceso la critica. Già il 31 agosto 2024, dopo il pareggio contro la Sampdoria, il tecnico Moreno Longo aveva chiarito le sue priorità ai microfoni di RadioBari: “In questo momento dobbiamo pensare alla salvezza perché questo è stato il nostro inizio. Non possiamo farci prendere da facili entusiasmi… Speriamo di guadagnarla subito. Una volta arriverà la salvezza, spero subito, attraverso il sacrificio, sposteremo l’obiettivo strada facendo”. Già allora, quella “salvezza” come unico obiettivo aveva fatto storcere il naso a molti tifosi. In una piazza abituata a pensare in grande, le parole di Longo furono percepite come un ridimensionamento precoce, che finì per smorzare l’entusiasmo ancor prima che il campionato entrasse nel vivo.
A novembre, dopo un pareggio amaro contro la Reggiana in cui il Bari si era fatto rimontare due gol di vantaggio, Longo ribadì ai microfoni di RadioBari: “In questo momento l’obiettivo è cercare di stare sempre lontani dalla zona calda. Fare altri ragionamenti oggi sarebbe da matti. Non siamo riusciti a cambiare l’inerzia per alcuni limiti che abbiamo”. Parole che suonarono come una rinuncia inaccettabile per una piazza ambiziosa.
Nel mese di marzo, dopo la sconfitta contro la Carrarese, il tecnico parlò apertamente a RadioBari della frattura tra squadra e tifoseria: i fischi riflettevano l’amarezza di chi pretendeva di più da un gruppo apparso fragile proprio nel momento decisivo. Questo quello che disse l’allenatore in quell’occasione: “Secondo me è una questione mentale. L’episodio negativo lo viviamo come un macigno. Veniamo fischiati da un mese. Sappiamo di dover regalare i playoff e i ragazzi lo sentono. Vincere per forza non mette nelle condizioni di lavorare nel migliore dei modi”. Infine, a fine aprile, la frase, sempre pronunciata ai microfoni di RadioBari, che forse più di tutte ha fatto discutere i tifosi: “Se si sopravvaluta la squadra si sarà sempre delusi. Ci sono stati degli errori ma la squadra sta dando il massimo. Pensare che la squadra potesse lottare per la Serie A vuol dire sopravvalutare. Questo è l’anno 0, della ricostruzione”. Parole che suonarono come una resa anticipata, arrivate in un momento importante della stagione. Invece di alimentare fiducia, consolidarono la percezione di un progetto privo di ambizione e di una visione realmente chiara.
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