L’urlo di Simone Simeri è la fotografia perfetta di Picerno-Bari. Una sfida non insormontabile ma comunque scorbutica, giocata tra l’altro sul neutro del Viviani, il medesimo campo sintetico già teatro di un pareggio deludente all’esordio in campionato. Per vincere lì, però, serviva tanto agonismo, forza di volontà e capacità di sfruttare la prima occasione utile, a volte anche mettendo da parte la tecnica. Tutte queste peculiarità sono state mostrate proprio da Simeri, che in un attimo ha fatto dimenticare la pesante assenza di Antenucci.
Il destino può essere beffardo e crudele, ma molto spesso regala degli scherzi davvero imprevedibili. Dopo il bel vantaggio di Scavone contro il Potenza, in cui Simeri aveva fatto iniziare l’azione poi rifinita da Antenucci, fu l’attaccante napoletano a salire sul banco degli imputati. La colpa? Il suo errore grossolano - ammesso da lui stesso - nel secondo tempo: a tu per tu con il portiere avrebbe potuto raddoppiare, la sfortuna invece volle che il gol sbagliato si tramutasse nell’1-1 subito.
Con calma, lavoro e passione, Simeri ha saputo aspettare il suo momento di gloria e trasformare le critiche in applausi. Il primo assaggio è stato dal dischetto: rigore azzeccato, poker al malcapitato Monterosi Tuscia e dedica della rottura del digiuno realizzativo (durato oltre un anno al San Nicola) al nascituro. Ma per farsi completamente perdonare per quel tiro fallito in Basilicata, probabilmente occorreva ripresentarsi di fronte a quella (s)fortunata porta del Viviani, ex stadio di Simeri ai tempi del Potenza. In questo modo ha chiuso il cerchio come per magia, segnando per la terza volta su quattro incontri con il Bari sempre da quel lato. Una curiosità sottolineata ieri da Simeri, che ha ricordato l’altra sua testata decisiva rifilata al Picerno nella prima vittoria di Vivarini del 28 settembre 2019. Un blitz che contribuì a far partire il record di ben 27 risultati utili consecutivi. La speranza è che ciò possa ripetersi, stavolta cambiando l’epilogo della triste finale play-off persa con la Reggiana.
L’incornata di Simeri sulla pennellata di Mallamo rende l’idea della panchina lunga che possiede ora il Bari. Entrato nuovamente a gara in corso, il numero 9 biancorosso si è rivelato assoluto protagonista nel giro di un minuto e poco più: la cresta è tornata a svettare con orgoglio e ha festeggiato a distanza con Polito, che aveva stuzzicato il suo pupillo proprio per fargli tirar fuori il meglio. Simeri aveva quindi promesso al diesse un gol da subentrante, e così è stato.
Niente problemi o polemiche per la troppa concorrenza in attacco. Simeri è conscio dell’importanza del suo attuale ruolo da non titolare, che gli ha permesso di timbrare due reti in appena 34’. Sente la fiducia di Mignani ma soprattutto quella di Polito, che lo ha portato ovunque con sé. Adesso questa grande maturità la si percepisce dalle parole di Simeri, concentrato come non mai nell’unico obiettivo promozione, da raggiungere con la maglia del Bari.
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