L'ultima giornata di campionato è alle porte: domenica al San Nicola arriva il Palermo. I galletti non hanno più niente da chiedere al campionato, ma quella contro i rosanero rimane sempre una sfida affascinante e degna di nota. L'ex Bari Massimiliano Tangorra, ai nostri microfoni, ha parlato così del match: "Anche se a livello di classifica al Bari non serve più, ci sono le motivazioni per fare la gara, poi quando un giocatore va in campo non va mai per tirare la gamba indietro, parliamo di professionisti. Il Palermo deve giocarsi la partita per raggiungere la miglior posizione per i play-off, il Bari gioca in casa, ci sarà un buon numero di tifosi: uscirà una partita da vedere".
Agli esordi del girone di ritorno il Bari ha dovuto affrontare alcuni momenti critici, dai quali però è uscito alla grande: "Al girone di ritorno del Bari do sette, un voto in meno rispetto a quello d'andata: dopo un girone d'andata quasi perfetto, il primo periodo dopo la sosta ha rischiato di vanificare quanto di buono era stato fatto, poi sono stati bravi a riprendersi e ricompattarsi. L'inizio del girone di ritorno fa abbassare di un voto il giudizio, diversamente sarebbe stato perfetto".
La sorpresa e la conferma della stagione in casa Bari: "La sorpresa di questo Bari è Maita: in C aveva già dato prova di affidabilità però ha fatto meglio dell'anno scorso, si è consacrato e si è dato una riconferma per il campionato di B, dove può starci alla grande. La conferma è Antenucci: ha dato prova di essere un grande professionista, anche quando è stato messo in discussione ha risposto con il lavoro e i fatti; potrà fare altri due anni alla grande, così come Di Cesare, che si gioca l'ultimo anno, con la sua esperienza può fare ancora bene".
In ambito promozioni Tangorra ha pochi rivali, ben cinque quelle collezionate in carriera, due delle quali in biancorosso (1989 e 1994): "Il ricordo della promozione rimane indelebile nella memoria: ho vinto cinque campionati in carriera, avendo la fortuna di ottenere due promozioni con la squadra della mia città. Fare la trafila delle giovanili, l'esordio in prima squadra e vincere il campionato non so a quanti possa essere capitato. Poi quando il Bari di Bolchi fece dalla B alla A io e Lorenzo Amoruso eravamo raccattapalle: bisogna aggiungere due campionati vinti da raccattapalle. Per i festeggiamenti ricordo che facemmo il tragitto del lungomare: c'era il lungomare stracolmo di gente, il pullman camminava a passo d'uomo in questa marea di tifosi. Sul campo, contro il Padova, fu una partita giocata con la serenità, la leggerezza del raggiungimento dell'obiettivo. Lo stadio era praticamente stracolmo: una festa dall'inizio alla fine della partita e anche dopo".
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