Nella stagione appena conclusa il Bari ha registrato un’età media dei suoi calciatori pari a 28,2, al di sotto solo dell’espertissimo Sudtirol (quasi 30 anni di media). Questo spesso risulta indice di esperienza, maturità, tutte cose che sono mancate al Bari in questa stagione. I biancorossi si sono ritrovati svariate volte a perdere punti da situazioni di vantaggio e a mancare l’appuntamento decisivo.

Sciorinando più attentamente i dati il trend non cambia: l’età media in campo è comunque tra le più alte (27,5) ma questo dato non è necessariamente negativo in quanto insieme al Bari e sopra di esso ci sono Catanzaro e Cremonese, le quali hanno raggiunto comodamente i playoff. È anche vero che tra le squadre con l’età media in campo più bassa ci sono Juve Stabia, Cesena e Pisa, anch’esse ai playoff o addirittura già in A (si veda il Pisa).

Qual è, allora, la formula perfetta? Probabilmente non esiste data l’eterogeneità dei dati appena visti ma di certo si può dire che grandezza anagrafica non corrisponde necessariamente alla maturità sul campo. Ci sono molti altri fattori da considerare. La Serie B, ad esempio, è un campionato molto fisico, dove l’esuberanza atletica può fare seriamente la differenza e chi è avanti negli anni potrebbe trovarsi più in difficoltà. Dalla loro, gli esperti potrebbero però gestire meglio le situazioni più complicate, anche se queste alla fin fine dipende dalla propria attitudine e dal percorso fatto. Infatti, c’è chi raggiunge il campionato cadetto negli ultimi anni della carriera e chi invece lo considera pane quotidiano.

Il Bari, in tutto questo, si inserisce in una posizione ibrida. Gente come Vicari e Pucino conosce sicuramente la categoria e può definirsi esperta ma il fisico non sempre ha retto rispetto alla prorompenza dei giovani giocatori. Altri, come Maita e Benali hanno saputo coniugare esperienza e atletismo. I componenti più giovani hanno cercato di dare il loro contributo, riuscendoci in alcuni casi (vedasi Dorval, Obaretin e Favasuli), meno in altri (ad esempio Saco e Bonfanti). Questo mix non ha fruttato e la cattiva gestione delle pressioni ha portato i galletti ad un campionato mediocre.

Il prossimo anno potrebbe essere utile inserire gente che conosca il campionato ma che allo stesso tempo possa dare molto a livello di prorompenza fisica (come il beneamato Folorunsho). Profili, dunque, che non abbiano bisogno di adattarsi e che sappiano guidare con giocate e personalità la squadra, non dimenticando che alcuni giocatori, che potrebbero essere confermati, hanno già queste caratteristiche, come, ad esempio, Maggiore e Lasagna.

Sezione: News / Data: Ven 23 maggio 2025 alle 11:00
Autore: Cosimo Mirizzi
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