Il 4 maggio 1975 è una data segnata negativamente nella storia biancorossa. Non si trattò, però, di un risultato non positivo ottenuto sul campo, ma dell’indegna gazzarra inscenata dalle contrapposte tifoserie in un Benevento-Bari passato comunque agli annali. La gara, con i galletti, allenati da Pirazzini, impegnati in C in un difficile inseguimento in graduatoria al Catania capolista, iniziò bene per i pugliesi, con la rete di capitan Sigarini dopo 29’.

Si andò al riposo con la squadra ospite avanti 1-0 all’allora stadio “Meomartini” della  città campana. Sugli spalti, le speranze di promozione in B dei circa 3500 tifosi baresi al seguito della squadra subirono un duro colpo con il pareggio dei giallorossi, siglato da Zica al 48’.

Di lì in poi, in quello che divenne un vero e proprio pomeriggio di follia, gli scontri tra le tifoserie si susseguirono sugli spalti, in campo e nel centro urbano fino a sera, provocando la sospensione del match ed una trentina di feriti, compreso il portiere beneventano Salvatici, colpito con un pugno dal giocatore del Bari Troja. Finì con il rinvio della partita, i pullman delle due compagini distrutti dalla ferocia della folla e scontri in tutta la città. Ad accendere la miccia un gruppo di tifosi baresi particolarmente esagitati.

Dopo un primo verdetto che assegnò la sconfitta ad ambedue le squadre, sulla base del ricorso del club biancorosso si ottenne la ripetizione della gara, giocata l’11 giugno seguente, e vinta dai ragazzi di Piraccini grazie ad un autogol del beneventano Corallo dopo 8 minuti ed al rigore di Scarrone al 26’. A nulla valse, poco dopo l’intervallo, la segnatura, per i padroni di casa, di Fichera. Quel Bari, tuttavia, non centrò infine la promozione in B, arrivando solo secondo, per un punto, alle spalle del Catania.

Sezione: Amarcord / Data: Lun 06 giugno 2022 alle 07:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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