Il Bari arriva a Castellammare con addosso il peso di una stagione che sembra non voler trovare un equilibrio. Il cambio in panchina, il ritorno di Vincenzo Vivarini, il brusco stop di Empoli: tutto si intreccia in un clima che oscilla continuamente tra nostalgia, inquietudine e speranza. E il recupero della decima giornata contro la Juve Stabia diventa, più che una semplice partita, un momento di verità.

La sensazione è che il Bari viva sospeso tra ciò che è stato e ciò che dovrebbe essere. Il passato recente – quello delle ambizioni tradite, delle risalite mancate di un soffio, dei progetti ripartiti troppe volte – torna a bussare con forza proprio attraverso Vivarini, chiamato nel tentativo di rimettere insieme i pezzi dove già una volta aveva provato a costruire. Ma il tempo non si riavvolge, e l’allenatore torna in una piazza diversa, cambiata, più fragile emotivamente e più diffidente dopo anni di montagne russe.

Intorno a lui c’è un ambiente che non riesce più a riconoscersi. La squadra fatica a trovare un’identità, il pubblico ondeggia tra entusiasmo e disincanto, la società è chiamata a dimostrare di avere una direzione chiara proprio mentre l’inerzia sembra sfuggire dalle mani. Eppure, come sempre a Bari, basta poco per riaccendere la fiamma: un segnale, una vittoria, un’idea di gioco che restituisca senso al cammino.

La sfida di Castellammare è questo: un bivio emotivo. Non decide la stagione, ma può indirizzare lo spirito con cui il Bari affronterà i prossimi mesi. Può rinsaldare convinzioni, oppure sgretolarle. Può ridare coraggio a una squadra che sembra averne bisogno più di ogni altra cosa.

Il Bari oggi è una storia che cerca un nuovo capitolo, non scritto dalla nostalgia ma da un presente che chiede coraggio. E in una serata di dicembre, in uno stadio caldo e ostile, potrebbe iniziare il momento in cui questo gruppo capisce finalmente chi vuole essere.

Sezione: Copertina / Data: Gio 04 dicembre 2025 alle 10:00
Autore: Antonio Testini
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