Guardare le partite della Ternana, soprattutto durante la prima fase della scorsa stagione, era qualcosa di piacevole anche per la tifoseria biancorossa, che nella maggior parte dei casi davanti alla tv vi era per l'usuale e divertente pratica del gufaggio nei confronti dei rivali che già allora stavano scappando via verso quella promozione diretta tanto agognata dall'intera piazza barese. 

Questo perché il tecnico delle Fere Cristiano Lucarelli era stato in grado di dare alla sua compagine un'organizzazione tattica ordinata ed efficente, valorizzando al meglio i singoli componenti della rosa. Guardando indietro alla recente storia a tinte biancorosse, questo è un elemento che è mancato nel triennio successivo alla discesa in Serie C. 

La scelta di puntare su un tecnico come Michele Mignani, da questo punto di vista, evidenzia un cambio di passo importante, perché fa sedere sulla panchina biancorossa un allenatore che si è contraddistinto nel corso del tempo proprio per l'abilità tattica e la capacità di far giocare le sue squadre. E poco importa se, come ha confessato lo stesso tecnico, a guidare la compagine ci sarà un profilo senza il curriculum dei grandi.

In una situazione come quella biancorossa, dopo due anni di fallimenti e con la necessità di ridimensionare i costi causa pandemia, la scelta di puntare sul duo Polito-Mignani si può rivelare parecchio interessante. Per la novità che possono portare, per l'indipendenza del ds da Napoli, ma soprattutto perché si antepone la qualità al nome. E se questo varrà come criterio anche nella composizione della squadra, c'è da essere ottimisti per il futuro.

Sezione: Copertina / Data: Mer 23 giugno 2021 alle 07:00
Autore: Raffaele Digirolamo
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