Oggi osservatore del Catania, diciasette anni fa bomber indiscusso della piazza barese. Igor Protti, dalle colonne de La Gazzetta del Mezzogiorno, riflette sul momento attuale. E lo fa con amarezza: "Provo grande imbarazzo a commentare le vicende del Bari perché non riesco a scindere le due cose. Non parlerò mai male della famiglia Matarrese perché con me sono stati eccezionali, mi hanno trattato come un figlio. Tutti sapete come io sia legatissimo a quei quattro anni in Puglia. Detto ciò, sapete anche che io sono molto legato al Bari e, soprattutto, alla sua gente. Vorrei un Bari diverso, un Bari migliore. Un Bari che sappia entusiasmare come facevamo quando giocavo io".

Morosità anche nei confronti dei calciatori, eppure per lo Zar il parco tecnico resta di tutto rispetto. Non basta. "C'è una cosa che mi fa riflettere - spiega Protti - ripenso a quando la puntualità nel pagamento degli stipendi era un marchio di fabbrica in casa Bari. Per noi un motivo di vanto rispetto a tante altre realtà, anche importanti. Allora credo che qui non si tratti di mancanza di volontà ma di problemi gravi. La mia speranza è che siano i Matarrese ad avviare il rilancio del calcio barese. Altrimenti l'auspicio è che la città trovi dall'esterno nuove energie. Non ne posso più di vedere un Bari così dimesso. L'ambiente è depresso. Ed è un peccato perché lì da voi giocano alcuni ragazzi molto interessanti. Non basta, ovvio. I tifosi, almeno in B, pretendono di giocare per vincere il campionato".

Sezione: Focus / Data: Dom 12 gennaio 2014 alle 08:30
Autore: Davide Giangaspero / Twitter: @giangadvd
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