Per la prima volta in campionato il Bari ha dovuto fare a meno contemporaneamente dell'apporto di tre dei suoi tenori: Hamlili, Bianco e Scavone. In realtà già a Catania si era visto per uno spezzone di gara il centrocampo Folorunsho-Schiavone-Awua, dovuto al forfait di Scavone. Il pareggio sofferto ottenuto con i siciliani aveva mascherato quella che a questo punto è una vera e propria emergenza. La Vibonese è stata squadra collaudata nei minimi dettagli. Se dopo tre minuti si poteva pensare di godere di un pomeriggio in discesa, il vento è subito cambiato.

Il Bari ha sofferto oltremodo a centrocampo ed è lì che i calabresi hanno fatto la partita. Il trio su citato è stato troppo lento, lasciando agli interpreti della Vibonese il tempo necessario per ragionare e innescare le fastidiose trame di gioco su cui la difesa biancorossa ha ballato. Vivarini non ha potuto attingere neanche dalla panchina sostituti di ruolo. L'unica arma credibile era Terrani, che ha subito gettato nella mischia dopo aver incassato l'1-2. Un rischio che, per fortuna, ha pagato. Floriano invece non si è calato a pieno nella partita, sbagliando oltremodo; segno che difficilmente verrà riproposto da mezzala.

E' chiaro allora come sia fondamentale recuperare il prima possibile Hamlili, Bianco e Scavone. L'italo-marocchino è indispensabile per il Bari. Vivarini, come fu per Cornacchini, non ne può fare a meno, ed è un peccato che Hamlili si sia fermato proprio nel suo momento migliore, dopo il gol vittoria nella gara con la Ternana. Scavone e Bianco non hanno finora fornito grandi prestazioni, ma hanno dalla loro una leadership che forse in questo momento manca alla squadra. Basti vedere che l'assenza dell'ex Parma è coincisa con i tre pareggi delle ultime quattro gare.

E' altrettanto chiaro che a gennaio servirà completare il reparto. Bianco è un regista adattato, mentre Schiavone deve fare ancora il salto di qualità. A Matteo Scala il compito di intervenire chirurgicamente.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 04 novembre 2019 alle 16:00
Autore: Claudio Mele
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