L'amaro in bocca regna sovrano nell'ambiente biancorosso. Nel cuore di tutti i tifosi c'è quell'impressione di avere quest'anno una squadra come se fosse un'eterna incompiuta. Un gruppo che non riesce a fare quel salto di qualità necessario per arrivare ad un livello più alto. Per essere davvero all'altezza delle altre squadre di una certa competitività. Una sorta di "vorrei ma non posso". Di braccino corto e di poca reale convinzione. Ed è uno stato d'animo che sembrerebbe aver fatto presa anche nell'animo dei calciatori. Come se quella spensieratezza e quella cattiveria dimostrata in certe partite si fosse leggermente liquefatta. O quanto meno si fosse ridimensionata.

Eppure il Bari di Longo aveva abituato tutti ad una mentalità propositiva e piena di fantasia. Una caratteristica che rende imprevedibile il gioco di qualsiasi squadra e che può mettere in difficoltà l'avversario in ogni momento della partita. Questa impronta era stata oramai cristallizzata grazie soprattutto alla presenza di Falletti. Il calciatore ex Ternana ha impattato benissimo l'ambiente barese cogliendone i vari aspetti. E' entrato in punta di piedi nello spogliatoio biancorosso mettendosi subito a disposizione di Longo con la giusta predisposizione caratteriale e tecnica. E' bastata la sua assenza nella partita contro la Carrarese per far perdere quella fantasia e quei guizzi che creavano superiorità numerica, che sconquassavano le difese avversarie come niente e che permettevano alla squadra di rendersi sempre pericolosa. Perchè in una squadra non basta solo la disciplina tattica. Il calcio è anche genio, giocata individuale che ti "spacca" una partita, intuizione geniale. Falletti è un esempio di questo modo di interpretare questo sport che ora sta mancando tanto nel Bari.

Questa minore fantasia in campo sta rendendo il Bari più prevedibile, spesso statico nelle azioni collettive e senza una reale determinazione sotto porta. E, all'assenza di Falletti, si somma anche il poco utilizzo di Manzari che sembra trovare sempre meno spazio nella testa di Longo. In campo pochi minuti ultimamente e un impiego con il contagocce. Forse un nuovo inserimento più stabile del calciatore barese darebbe al Bari quell'estro in più e renderebbe il gioco biancorosso meno "scheletrico" e più dinamico. Velocità, guizzi e giocate improvvise che darebbero non pochi grattacapi alle difese avversarie.

Ritrovare la gioia di palleggiare più velocemente, le verticalizzazioni geniali e le giocate di certi calciatori dal talento importante permetterebbe al Bari di recuperare fiducia, determinazione e nuovi stimoli. L'abitudine era di vedere una squadra rapida negli inserimenti e nei fraseggi. Oggi quest'abitudine si è leggermente smarrita. La strada giusta per riguadagnare quelle caratteristiche che avevano dato un'identità precisa alla squadra non sembrerebbe cosi difficile da riprendere. Si tratta solo di tornare al passato recente con la giusta scelta di uomini in campo senza fare clamorosi cambiamenti. I tifosi vogliono di più. L'importante sarà non disperdere l'entusiasmo che si era ricreato.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 30 ottobre 2024 alle 15:00
Autore: Maurizio Calò
vedi letture
Print