Il centrocampo è notoriamente il cuore pulsante di una squadra, il reparto che, più di ogni altro, detta i tempi, assorbe la pressione e innesca la manovra. Nel Bari attuale, l'intero reparto mediano è in una fase di profonda riorganizzazione, acuita dall'assenza di due figure che, nella scorsa stagione, erano diventate centrali: Mattia Maita e Ahmed Benali. Le loro cessioni, o la loro mancata permanenza, hanno lasciato non solo un vuoto tecnico, ma soprattutto un grande spazio di leadership che i nuovi Galletti faticano a colmare.

Maita e Benali rappresentavano rispettivamente il motore fisico e l'intelligenza tattica della squadra. Il primo era un elemento di rottura e carattere, capace di dare la scossa agonistica, mentre il secondo garantiva geometrie e un senso di calma fondamentale nei momenti di maggiore tensione. Oggi, l'allenatore Fabio Caserta si trova a dover ricostruire questo asse portante quasi da zero.

La presenza di Gaetano Castrovilli ha indubbiamente iniettato talento e qualità individuali. Tuttavia, un trequartista con le sue caratteristiche non è un leader nel senso di metronomo o di regista difensivo; è un elemento che deve essere supportato e servito. La sua verve creativa, da sola, non basta a stabilizzare l'intero reparto.

La responsabilità di guidare i compagni e colmare il vuoto lasciato dai precedenti titolari ricade principalmente su figure come Braunoder, Verreth e Pagano. La vera sfida, però, non è solo trovare il mediano che sappia impostare con precisione o il jolly che si adatta a più ruoli, ma individuare chi possa assumersi la responsabilità morale del centrocampo. Chi, nei momenti di difficoltà, è in grado di prendere in mano il pallone, rallentare il gioco e dettare il cambio di passo con autorevolezza? Al momento nessuno dei tre lo ha dimostrato.

Braunoder è quello che ha più le caratteristiche paragonabili a quelle di Benali, Pagano sbaglia ancora troppo per fare la differenza da mezzala ed è ancora troppo acerbo per essere un leader in campo. Verreth, seppur con discreta qualità palla al piede, non è un centrocampista di rottura come Maita.

In un momento in cui la squadra appare fragile psicologicamente e tatticamente disunita, la ricerca di un nuovo metronomo non è solo un esercizio tecnico, ma un'esigenza vitale. Se il Bari vuole ritrovare l'amalgama e la solidità del passato, dovrà fare in fretta a stabilire una nuova, inossidabile, gerarchia di campo e di carattere nel cuore della manovra.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 30 ottobre 2025 alle 20:00
Autore: Enrico Scoccimarro
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